domenica 21 aprile 2013

VOCI NEL BUIO A MILANO E ROMA


THE JUKEBOX OF ARTHUR FRAME

in copertina Mauro Petrarca

14 CANZONI PER SETTE DONNE MISTERIOSE
Arthur Frame















sabato 20 aprile 2013

La Democrazia


Qualcuno era comunista?


Perché VOCI NEL BUIO è un film Rivoluzionario








VOCI NEL BUIO: IL CINEMA COME TERZA VIA PER LA COMUNICAZIONE: LA KOINE’

Per noi ciò che conta è il sistema-Cinema, inteso come un organismo che  vede  il pubblico non semplicemente come destinatario finale dell’opera (di un autore in cattedra), ma come partner congeniale al compimento dell’opera stessa, che diventa quindi collettiva e partecipativa in virtù proprio della comunità termporanea che si crea ad ogni proiezione. Questo è un film realizzato non sul territorio ma CON il territorio, nel senso del prima e del dopo il suo compimento.  Il film Voci nel buio è un’opera aperta, il pubblico segue vari percorsi interpretativi. 

Da Voci nel Buio nasce il V.A.M. Video alfabetizzazione multisensoriale, laboratorio seguito alla realizzazione del film e patrocinato dalla Commissione Nazionale per l’UNESCO. Nella VAM non vedenti e non udenti sono Maestri di comunicazione che ci portano alle soglie dell’inconcepibile.

Voci nel Buio è un film non-dipendente.  Noi siamo autori non convenzionati con la Mutua dei Pubblici Contributi. Il nostro è un esempio di come sia possibile realizzare dei film autonomi con minime risorse, ma ben gestite e rese fruttuose da questa saldatura strutturale nella società e nel territorio. Pensiamo sia utile creare connessioni e reti europee e internazionali per consentire al Cinema non-dipendente, al Terzocinema, possibilità produttive e una diffusa distribuzione nel mondo.

Voci nel Buio è La proposta è di una terza via che parte dall’idea che il Cinema è un sistema costituito da micro realtà sociali che, concatenate tra loro da un sentire comune, possono garantire uno sviluppo del Cinema poetico come momento di gnosi profonda della società.

Voci nel Buio segue una distribuzione sperimentale, riattivando relazioni con le monosale o i piccoli multisala. Stiamo scoprendo un tessuto entusiasta di esercenti non-dipendenti che lottano quotidianamente per mantenere una loro identità “autoriale”  fronteggiando una digitalizzazione industriale del tutto monopolistica e violenta.

Riteniamo che la struttura “festival” vada modificata, sostituendo la competizione con la cooperazione e la competitività con la condivisione. Infatti la nostra partecipazione a un rassegna è sempre un indicaore di volontà di cambiamento dei modelli culturali vigenti. Voci nel Buio è stato valorizzato da Festival stranieri che hanno preso coscienza di questa nostra volontà. Esiste quindi un avamposto culturale che pensa al Cinema come sistema complesso di rapporti reticolari tra autori, filmakers, produttori, rassegne, distributori, esercenti, spettatori, che fanno sistema nella mondialità piuttosto che nella globalizzazione.

Voci Nel Buio smaschera l’identità dei  “mediatori culturali” del Cinema italiano: personaggi frequentemente conniventi con gli intrighi di Palazzo, che decidono quali film possono essere visti e quali no.  Noi lottiamo affinchè il denaro pubblico, cioè quello dei contribuenti, stanziato per il Cinema e la Cultura, venga assegnato al di fuori delle logiche partitocratiche e di micro/macro caste, pensando al potenziamento e perfezionamento dei Fondi Regionali per L’Audiovisivo, ma soprattutto a forme consistenti di sostegno diretto ai progetti degli autori.

In conclusione vogliamo enucleare le ragioni forti del perché è importante permettere lo sviluppo di film come Voci nel buio e di futuri progetti (numerosi) nel cantiere del Terzocinema.

ECONOMIA > Questi progetti non hanno bisogno di budget faraonici, ma del giusto. Nella fase della realizzazione il territorio teatro delle riprese viene valorizzato e non sfruttato, utilizzandone le maestranze e la logistica. L’idea è che un film sia il frutto di un lavoro di investimento che possa generare benefici non solo per il “cerchio magico” delle produzioni cinematografiche, ma per la rete di tutti quelli coinvolti nella sua realizzazione. 

SOCIETA’ > In un Paese dove il tessuto sociale e il senso civico si stanno disintegrando sotto i colpi della malapolitica, ci sembra doveroso lavorare responsabilmente perché le nostre opere abbiano un riscontro reale e che producano formazione.
Il pubblico di Voci nel buio è composto non da spettatori, ma da persone che ritrovano, dialogando con gli autori e con gli attori del film, la propria funzione fondamentale nell’agorà.
Per noi autori la creazione di questa koinè temporanea è fondamentale per il nostro lavoro e per la nostra progettualità. Lo spettatore passivo dei palinsesti televisivi scompare e si fa avanti una pluralità di soggetti che hanno voglia di parlare, di criticare, di esprimere le proprie emozioni in modo non banale e sentimentalistico.

ARTE/CULTURA > Chi afferma che con la cultura non si mangia dimostra di ignorare la storia e di non avere una visione lungimirante.
Noi crediamo che l’arte cinematografica, al pari di grandi dipinti, monumenti, opere sinfoniche, sia patrimonio della civiltà e ricchezza spirituale. Noi lavoriamo perché il nostro Cinema dia dignità al nostro Paese, che nutra e arricchisca chi lo fruisce, che contribuisca ad alzare il livello culturale generale. Il Cinema non è sterile megafono della cultura di massa seppur mascherata da valori superficialmente progressisti, e, soprattutto, non è la Televisione.
Il Cinema è Arte, cioè bellezza, riflessione, introspezione, ricerca, invenzione, mistero.

Per Kineofilm/TerzoCinema: Rodolfo Bisatti – Maurizio Pasetti




























lunedì 15 aprile 2013

CALIMERO DANCE


Giornalista: Signor Arthur Frame quale è secondo lei, oggi la persona che piu’ esprime il progresso nella musica POP italiana?
Arthur Frame: POP? Non sentivo questo termine da vent'anni! Fa piacere sia rinvenuto nella sua saporita sapidità. L’unica linea evolutiva che vedo, anzi che sento, sono le canzoni di Cristina D’Avena
Giornalista: Ma è una battuta o quello che pensa veramente?
Arthur Frame: Lo penso veramente, senza togliere alcun demerito agli altri...
Giornalista: Alcun merito, non demerito, voleva dire
Arthur Frame: No, no! Demerito, ho detto demerito!
Giornalista: E cosa trova di cosi’ speciale in Cristina D’Avena?
Arthur Frame: Quando l’avanguardia viene assassinata come è stato fatto in questo Paese, quando i mediatori culturali ignoranti come capre (come direbbe qualcuno) si permettono di rompere i coglioni a uno come Stratos o di emarginare nel Lager dell’isolamento gente come Freak Antoni o Daolio, che tutti ora osannano senza avere capito un cazzo, ecco, allora io credo che ritornare all’innocenza, anche a quella contaminata, radiotelevisiva, urticante, tutto quello che vuoi, tornare a Calimero e ai Puffi è l’unica cosa sensata da fare.
Giornalista: Mi sembra una posizione un po drastica.
Arthur Frame: No, è la realtà, cara signorina che è drastica, drastica e tagliente come la sua minigonna! Lei è ancora giovane.. conosce Calimero?
Giornalista: Si
Artur Frame: E Topogigio? Non le sembra antipatico Topogigio?
Giornalista: Seocondo me è piu' antipatico Topolino di Topogigio. Lei allora a parte Cristina D’Avena cosa propone per migliorare le cose?
Arthur Frame: Va fatta una bonifica radicale, certa gente va riabilitata, parlo dei critici discografici, bisogna usare con loro la strategia della gentilezza, accompagnarli con amorevolezza all’asilo e da li’ ripartire.
Giornalista: Ma dei cantanti, magari giovani non salva proprio nessuno?
Arthur Frame: A parte Cristina D’Avena, forse qualcosa di Patrizia Laquidara, un paio di brani di Colapesce o di Dente, ma anche altri giovincelli che pero’ poi, appena fanno un po di successo si mettono a fare delle stronzate abissali a partire dai video clip che perdono la freschezza e l’originalità della precarietà. Comunque sicuramente ci sono degli sconosciuti geniali che stanno tramando nelle loro cantine, ma certamente il mercato discografico contemporaneo non li aiuterà a emergere (dalle cantine). Bisogna fare una cultura underground di terza generazione.
Giornalista: Cioè? puo' spiegarsi meglio?
Arthur Frame: Lo farei davvero volentieri pero' adesso pero’ devo andare altrimenti perdo la coincidenza del mio treno.
Giornalista: Grazie!
Arthur Frame: Grazie a Lei, si tenga sempre cosi’ in equilibrio su quelle scarpe e ascolti Calimero!!!
Giornalista: Grazie si!.... Fanculo stronzo! (sottovoce)

VOCI NEL BUIO A BRESCIA



venerdì 12 aprile 2013

Cinema Teatro di Rezzato - Brescia


Ringrazio tutti i partecipanti allo spettacolo dell’11 Aprile 2013: la Proiezione di Voci nel Buio al Cinema Teatro CTM di Rezzato (BS). Devo dire che ancora una volta io a Brescia, nella Provincia per precisione, che credo sia estesa come la Svizzera, mi sono trovato bene. A me la cadenza bresciana piace, mi sento a casa, forse piu’ che a casa mia. Dopo lo start del film nella storica monosala magistralmente gestita da Santo Bertocchi, io e Mauri ci siamo precipitati al circolo ARCI  lì vicino, con la naturale apprensione che si ha ad ogni proiezione, nell’attesa che la pellicola (un’eufemismo visto che il film è in digitale) faccia il suo corso e illumini i cento e piu’ occhi , 130 per la precisione, puntati sullo schermo, per non parlare delle 260 orecchie. Al circolo ARCI di Rezzato, nei pressi del cinema,  si paga poco ( almeno un terzo in meno rispetto ai bar cittadini)  e ti trattano davvero bene, sono molto cordiali, di una cordialità schietta che ti fa sentire sereno. Poi come sempre, finito il film, abbiamo incontrato il pubblico, cioè  la comunità temporanea che si forma per misteriose alchimie ad ogni proiezione di Voci nel Buio e che costituisce un corpo critico senza eguali. Il sindaco di Rezzato,  Enrico Danesi, è un giornalista e studioso cinematografico molto accurato e acuto, ed è stato bravissimo a mediare e stimolare gli interventi, se è cosi’ competente e misurato anche ad amministrare il paese, allora quei cittadini sono davvero fortunati.  Sono magici doni le cose che escono dalle voci degli spettatori dopo la proiezione e sono loro, i testimoni oculari,  che ogni volta rimontano il film in modo originale, e lo accompagnano sempre piu’ avanti, scoprendo cose nuove e sorprendendoci.  Anche gli amici di Mauri (Maurizio Pasetti, sceneggiatore, autore e amico di sempre) sono davvero straordinari, ognuno di loro ha una propria originalità  meravigliosa.
Complimenti, bello, bello tutto, grazie a tutti. E grazie a Mara che alle cinque e mezzo del mattino s’è svegliata per accompagnarmi in stazione. A Rezzato non sembra neanche di stare in Italia.
Rodolfo Bisatti

VOCI NEL BUIO ALLA CINETECA DEL FRIULI


VOCI NEL BUIO A BRESCIA


martedì 2 aprile 2013

New American Cinema

« Non vogliamo film mistificatori, ben fatti, persuasivi, ma grezzi e mal fatti, purché vitali. Siamo contro il cinema roseo, siamo per il cinema rosso sangue... Oggi la nostra ribellione contro il vecchio, l’ufficiale, il corrotto è innanzitutto di carattere etico... Siamo interessati all’uomo. Siamo interessati a quel che succede nell’uomo. » Janas Mekas

New American Cinema

"VOCI NEL BUIO" - SABATO 6 APRILE - ORE 19 RAI RADIO 3