sabato 30 novembre 2013

VOCI NEL BUIO
GIOVEDI’ 12 DICEMBRE Ore 18.00
Dipartimento di Scienze della Formazione (Università degli Studi Roma Tre) in via Milazzo 11b, aula Volpi  ROMA
Il regista Rodolfo Bisatti assieme allo sceneggiatore Maurizio Pasetti sul set di Voci nel Buio - Foto di Mattia Visintini

sabato 23 novembre 2013

COSTANZO PREVE

http://www.youtube.com/watch?v=v4j41lmuJ74
ONORE E GLORIA A COSTANZO PREVE
 
“Se il mio tempo mi vuole avversare, lo lascio fare tranquillamente. Io vengo da altri tempi, e in altri spero di andare”.
Franz Grillparzer
COSTANZO PREVE

"...Costanzo è stato ingiustamente ostracizzato dal “politicamente corretto” e da quella manipolazione organizzata che controlla millimetricamente cosa si può e cosa non si può dire. Costanzo ha sempre cantato fuori dal coro, preferendo – come amava dire citando Rousseau – il paradosso al luogo comune. Certi pensatori – ha detto Nietzsche – nascono postumi. Costanzo è senz’altro uno di questi..." Diego Fusaro

http://radicalsocialismo.it/2013/11/23/la-scomparsa-di-costanzo-preve/



lunedì 18 novembre 2013






Lunedì 2 dicembre 2013, Cinema Centrale, ore 20.30
Anteprima torinese del film Voci nel buio 
e incontro con il regista Rodolfo Bisatti

Il XIV Sottodiciotto Filmfestival, nell’ambito del programma dedicato alle scuole, in svolgimento dal 20 novembre, presenta, in una speciale proiezione serale aperta a tutta la cittadinanza, lunedì 2 dicembre, al Cinema Centrale, alle ore 20.30, il film inedito a Torino Voci nel buio, diretto da Rodolfo Bisatti, che sarà presente in sala per un incontro con il pubblico. La proiezione è proposta in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità (3 dicembre) e sarà replicata il giorno successivo per le scuole, sempre alla presenza dell’autore.

Quarto lungometraggio del regista padovano, Voci nel buio è la storia di una famiglia triestina, cristallizzata nel dramma di un figlio adolescente, Giovanni, che ha perso la vista da bambino. Il padre, abbandonata la cattedra universitaria, si è chiuso in un dolore paralizzante che gli preclude qualsiasi gioia o interesse nella vita. La madre vive per il figlio e sopporta a malapena l’atarassia del marito. A scuotere la famiglia disastrata e infelice è la “fortuna” di un’altra avversità – un uomo che riemerge dal passato portandosi dietro le ferite mai chiuse della guerra balcanica tanto vicina a Trieste – così fatalmente insensata e surreale da costringerla a una reazione congiunta, nello stesso tempo rideterminando i rapporti tra padre e figlio.
Incentrato su una crisi consumata tra le mura domestiche, il film, come i precedenti dell’autore, rovescia gli stereotipi sociali a cui il cinema e la televisione ci hanno abituato. La disabilità, nello specifico, è vista non come minorazione ma come risorsa creativa in grado di prospettare un possibile nuovo modo di vivere. Provocatorio anche nella fruizione, Voci nel buio invita i non vedenti a entrare nella sala cinematografica senza ausilio di audioguida o di suggeritori, modellando il proprio stile narrativo su tempi naturali anziché televisivi e privilegiando una dimensione sonora non asettica e standardizzata, ma in grado di “integrare” la visione.

Presentato con successo in diverse ribalte internazionali, il film, che ha ottenuto la menzione d’onore unanime della giuria al Festival del cinema di Murcia, in Spagna, è una coproduzione italo-slovena di Gianluca Arcopinto, Kineofilm e Studio Arkadena. Lontano da facili drammatizzazioni, si innesta nel movimento del “terzocinema”, di cui Bisatti è promotore e che “ha lo scopo di rovesciare i vecchi linguaggi narrativi del cinema d’autore, in favore di un’azione culturalmente eversiva che smuova le coscienze, senza per questo essere semplicistico o populista”. Nelle parole del regista, Voci nel buioè un film disobbediente: disobbedisce alle regole del cinema commerciale, disobbedisce alle norme del cinema d'autore, alle categorie e ai generi. Pur essendo fatto da molte inquadrature non è inquadrabile”.

Voci nel buio di Rodolfo Bisatti, con Giuseppe Cocevari, François Bruzzo, Laura Pellicciari (Italia/Slovenia 2011, 90')
Una famiglia ai margini vive a Trieste. Il figlio adolescente, Giovanni, ha perso la vista a quattro anni. Cora, la madre, vive per lui. Il padre, Angelo, un ex professore, sopravvive nell'ombra portando i giornali nelle edicole di notte. L'immobilità e l'isolamento vengono scossi da Dusan, un serbo che disertò i combattimenti del '99 in Kosovo e che ritorna in Italia per accusare Angelo, un tempo impegnato nell'aiuto ai profughi, di aver fatto sparire sua moglie e sua figlia.


Ingressi e info
La proiezione è a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Info: Sottodiciotto Filmfestival, presso Aiace Torino, Galleria Subalpina 30, 10123 Torino;
tel. 011 538962, 011 5067525; fax 011542691
info@sottodiciottofilfestival.it; www.sottodiciottofilmfestival.it

ufficio stampa sottodiciotto filmfestival
tel. (+39) 011 5067525, 011 5361468, fax (+39) 011 542691 press@sottodiciottofilmfestival.it



domenica 10 novembre 2013

NICLA VASSALLO INTERVISTA CARLO BERNARDINI
- La differenza tra "Imparare" e "Capire".
- Cosa si puo' fare per i giovani?
- "Aiutarli a ribellarsi!"



I fisici nucleari Giorgio Salvini, Giorgio Ghigo, Carlo Bernardini e Gianfranco Corazza ai piedi di un aereo prima di imbarcarsi - campo medio
DATA:07.09.1961
GELATINA BROMURO D'ARGENTO/PELLICOLA (POLIESTERE)|B/N



Il pensiero laterale
IL GIORNO DEL FALCO 
UN WESTERN TECNOCUBISTA
IL FUTURO NON E' ANCORA FINITO!!!

venerdì 8 novembre 2013

…indurre il linguaggio a esprimere ciò che di solito non esprime, significa restituirgli le sue possibilità di scuotimento fisico, significa frazionarlo e distribuirlo attivamente nello spazio, significa prendere le intonazioni in modo assolutamente concreto restituendo loro il potere originario di sconvolgere e di manifestare effettivamente qualcosa, significa ribellarsi al linguaggio e alle sue fonti bassamente utilitarie, alimentari, si potrebbe dire alle sue origini di bestia braccata, significa considerare il linguaggio sotto forma di Incantesimo. 

ANTONIN ARTAUD e il Terzocinema
http://www.biography.com/imported/images/Biography/Images/Profiles/A/Antonin-Artaud-9189906-1-402.jpg
VOCI NEL BUIO
VENERDI' 15 NOVEMBRE 2013 Ore 21:15
Cinema Marconi via Gauslino - PIOVE DI SACCO - (PADOVA)
sarà presente l'autore
https://www.facebook.com/events/663744740332823/























www.kineofilm.it

venerdì 1 novembre 2013



PM 10  significa “Materia Particolata”  particelle sospese nell’aria del diametro di dieci millesimi di millimetro. Polvere, fuliggine, la nebbia che prende il paesaggio del polesine racchiuso tra l’Adige e il Po. Qui la pianura non è solo un’immagine visiva spianata, ma una relazione costante tra il corpo allertato e la mente risonante. L’occhio si perde, ma anche l’orecchio. La mente puo’ viaggiare, constantemente, per chilometri, senza sosta, come la corrente alternata di Nikola Tesla. Questa emigrazione psichica mi fa preferire la pianura fra tutta l’orografia terreste perchè essa contiene non solo il viaggio reale, ma soprattutto quello mentale, continuo, dove a formare il percorso non è la strada ma è il volo a bassa quota, nel quale capisci i dettagli, respiri le particelle che incontri durante il viaggio, verso il delta, verso il mare, in un paesaggio apparentemente uniforme. I suoni della pianura sono cosi’ come solo la mente puo’ ascoltarli. Uso apposta la parola mente perchè è la coscienza di avere avuto un’intuizione geniale, di aver creato una relazione discreta eppur penetrante (respiratoria-ispiratoria) con il ritmo cardiaco del luogo e tutto il suo sistema circolatorio; con gli abitatori notturni e diurni delle pianure: pioppi, argini, fiumi, fumi, canali, carreggiate, viadotti, tralicci, ciminiere, case, campi, campanili, uccelli, pipistrelli, insetti, ghiaccio, tramonti e albe. Tutto questo ha formato, a mio immodesto parere, le particelle sonore del Gruppo dei PM10, giovani abitatori del Polesine, miei artistici amici, valentissimi musicisti con i quali ho l’onore di collaborare.
Se avete 10 minuti di tempo, ascoltateli religiosamente, con delle buone cuffie per apprezzare i suoni della composizione”