MISS-LANDMINE
http://vimeo.com/15485224
giovedì 31 maggio 2012
LA COMUNICAZIONE GIOVANE
di Giuseppe Ardrizzo e Daniele Gambarara
"Casetti e Di Chio, distinguono tre "regimi di scrittura" cinematografica: quello classico della tradizione hollywoodiana, quello barocco di marcatura autoriale e infine quello moderno, cioè una alternanza non programmata di elementi normativizzati e devianti"
di Giuseppe Ardrizzo e Daniele Gambarara
"Casetti e Di Chio, distinguono tre "regimi di scrittura" cinematografica: quello classico della tradizione hollywoodiana, quello barocco di marcatura autoriale e infine quello moderno, cioè una alternanza non programmata di elementi normativizzati e devianti"
martedì 29 maggio 2012
I
MALI ENDEMICI DEL VIDEO ANALFABETISMO
1)
SONO UN REGISTA E
HO UNA PERSONALE VISIONE DEL MONDO. HO BISOGNO DI UTILIZZARE LA PELLICOLA PER
ESPRIMERMI. USO UN LINGUAGGIO PARTICOLARE UN PO’ DIVERSO DALLA REALTA’, PIU’
CREATIVO INTENDO. DEVO SOLO TROVARE L’IDEA GIUSTA, SE MI VENISSE... POI
VEDRETE!
2) LA TV LA GUARDO
PERCHE’ MI RILASSA, QUALCHE CANALE E’ BUONO, DA’ INFORMAZIONI INTERESSANTI, IN
GIUSTA MISURA E’ UNO STRUMENTO COMUNQUE UTILE PERCHE’ E’ DEI NOSTRI TEMPI,
MODERNI INTENDO... SANTORO ADESSO STA LAVORANDO IN RETE, ANCHE FUORI DALLA TV,
AIUTA MOLTO A CAPIRE COME VANNO LE COSE IN QUESTO PAESE...
3)
NO IO IL VIDEO
NON LO USO, NON LO SO USARE E NON HO TEMPO, PER SAPERLO USARE BISOGNA ESSERE
DEI PROFESSIONISTI, NON MI IMPICCIO DI COSE CHE NON MI RIGUARDANO, A ME LE COSE
PIACE FARLE BENE! PREFERISCO ANDARE OGNI TANTO AL CINEMA, SCARICARMI QUALCHE
BEL FILM TOSTO, RARAMENTE GUARDO LA TV, MA METTERMI A USARE IL VIDEO PROPRIO
NON MI INTERESSA, NON FA PER ME.
FACCIAMO
UNA SIMMETRIA CON LA PAROLA SCRITTA
1)
SONO UNO
SCRITTORE E QUINDI HO UNA PERSONALE VISIONE DEL MONDO, CREDO DI ESSERE DOTATO
NATURALMENTE, FIN DA PICCOLO...
NON MI SERVE IMPARARE A LEGGERE E A SCRIVERE, HO BISOGNO DI UTILIZZARE
LA LETTERATURA PER EMERGERE DALL’ANONIMATO, MAGARI POTREI DETTARE A QUALCUNO
DELLE POESIE CHE SI FA PRIMA, NO, MEGLIO I ROMANZI. MI INVENTERO’ QUALCOSA DI
INTERESSANTE SUGLI EXTRATERRESTRI
2)
SCRIVERE? NO,
LEGGERE? SO LEGGERE POCO, SI, OGNI TANTO MI ESERCITO A LEGGERE, MI FACCIO
LEGGERE IL GIORNALE LA MATTINA DAL BARISTA, QUANDO HA TEMPO, SI CAPISCE...
QUALCHE ZAGOR LO LEGGO, CIOE’ GUARDO LE FIGURE, ANCHE DEI LIBRI. I LIBRI SONO
BELLI QUANDO SONO ILLUSTRATI, ANCHE SE NON HO MAI IMPARATO A LEGGERE E A
SCRIVERE IN VERITA’. SE DEVO DIRE QUALCOSA A QUALCUNO LO CHIAMO AL TELEFONO.
3)
NO, LA SCRITTURA
NON LA ADOPERO, NON HO TEMPO PER IMPARARE A SCRIVERE E POI NON MI INTERESSA, LA
GRAMMATICA NON FA PER ME. PREFERISCO CHE QUALCUNO MI PARLI E IO LO ASCOLTO E
POSSO RISPONDERE, E’ UN RAPPORTO PIU’ DIRETTO, PIU’ AUTENTICO NO?
AREA INTERNATIONAL POPULAR GROUP
"La problematica qual'è: abolire le differenze che ci sono tra musica e vita, gli stimoli che trae questo gruppo vengono direttamente dalla realtà!"
Demetrio Stratos
"La problematica qual'è: abolire le differenze che ci sono tra musica e vita, gli stimoli che trae questo gruppo vengono direttamente dalla realtà!"
Demetrio Stratos
DEIEZIONE MEDIATICA
Non si riesce a trovare nulla... stavo
cercando un documentario esaustivo sulla festa dei Gigli a Nola, o quanto meno del materiale ben girato sull'argomento, semplice, pulito, niente! C’è
una carenza allarmante di contenuti audiovisivi fruibili in tutta le rete
soprattutto relativi a tematiche di interesse pubblico e culturale; o troviamo
l’amatore che infarcisce di scorie sovratestuali le incerte riprese o i pomposi, superficiali e inutili documentari della TV di Stato o simili in cui
il commentatore/giornalista prende il sopravvento sulla materia. Mi rendo
sempre piu’ conto che è indispensabile attivare urgentemente il metodo
articolato e didattico di
videoalfabetizzazione primaria: Postazione per la Memoria e Tecnica
dell’Ascolto Condiviso, in modo capillare, allestendo laboratori ovunque e chiedendo contributi economici ed
ospitalità ad enti locali, a istituti scolastici, università, comprensori,
consigli di quartiere, circoscrizioni, partiti, associazioni, sindacati. E’
indispensabile rimediare al tragico video analfabetismo di
massa che affligge piu’ del 95% della popolazione nazionale. Siamo immersi in un mare di deiezione, nelle fogne maleodoranti della
comunicazione mediatica, fatichiamo a raggiungere una sponda. Ormai è una condizione insostenibile. Utilizziamo il
video nel modo appropriato, se non altro per documentare il necessario; affinchè
si vedano e si sentano le cose indispensabili alla conoscenza civica, a partire
dalla “Festa dei Gigli” che è un patrimonio dell’Umanità.
A.F.
domenica 27 maggio 2012
IL PENSIERO UNICO
"Solo la messa in discussione dell'impero del razionale mi sembra che possa aprire la strada a un pensiero meno intollerante e che percio' puo' essere detto pluralista"
Serge Latouche
"Solo la messa in discussione dell'impero del razionale mi sembra che possa aprire la strada a un pensiero meno intollerante e che percio' puo' essere detto pluralista"
Serge Latouche
venerdì 25 maggio 2012
SOTTO LA LINEA
In una società dove l’audiovisivo
è, in teoria, alla portata di tutti, ci si chiede dove sia il materiale registrato
relativo, per esempio, alla filosofia contemporanea, alla critica alla
televisione non fatta dalla televisione medesima. Ci si interroga sul perchè le persone
non utilizzino gli strumenti audiovisivi, che ormai sono parte del nostro
corredo quotidiano, per registrare le testimonianze delle donne e degli uomini
del nostro tempo, testimonianze relative alla vita del presente. Provate a
cercare nei motori di ricerca per esempio: Interviste a donne filosofe,
scoprirete che non c’è nulla, assolutamente nulla, solo rari frammenti poco
approfonditi e scarsamente significativi. Il problema è che il linguaggio
dell’audiovisivo non è conosciuto, non è posseduto e dominato, ma solo subito.
TERZOCINEMA AFRICANO
www.cinemadelsilenzio.it
"La dimensione del tempo di un film arabo o africano è differente da quella di un film occidentale. E' questione di avere un diverso modo di respirare, di raccontare una storia. Noi africani viviamo con il tempo mentre gli occidentali stanno sempre ad inseguirlo"
Med Hondo
www.cinemadelsilenzio.it
"La dimensione del tempo di un film arabo o africano è differente da quella di un film occidentale. E' questione di avere un diverso modo di respirare, di raccontare una storia. Noi africani viviamo con il tempo mentre gli occidentali stanno sempre ad inseguirlo"
Med Hondo
giovedì 24 maggio 2012
CINE LIBERACION E TERZOCINEMA
di www.cinemadelsilenzio.it
di www.cinemadelsilenzio.it
Il primo cinema coincideva con quello hollywoodiano che sopraffaceva
lo spettatore attraverso lo spettacolo rendendolo un semplice consumatore, il
secondo era cinema artistico d’autore che promuoveva l’interesse individuale e aveva
già fatto il suo tempo, il terzo cinema usava il film come un’arma di
liberazione facendo di ogni partecipante un “guerrigliero”.
CYBERWEST
(Anthology 1993/2011)
updated website
Cyberwest è una concept-band senza un tempo preciso. La denominazione "CyberWest" viene trovata dopo un lungo percorso sia biografico che artistico. Il suo nativo significato palesemente controverso, trova una possibile congiunzione tramite alcuni linguaggi "future-retro".
(Anthology 1993/2011)
updated website
Cyberwest è una concept-band senza un tempo preciso. La denominazione "CyberWest" viene trovata dopo un lungo percorso sia biografico che artistico. Il suo nativo significato palesemente controverso, trova una possibile congiunzione tramite alcuni linguaggi "future-retro".
mercoledì 23 maggio 2012
ALFRED KUBIN (Leitmeritz, 10 aprile 1877 – Zwickledt, 20 agosto 1959)
Ero a Venezia a San Marco, molti anni fa; una lunghissima coda di persone occupava metà della piazza, in attesa di fare il biglietto per vedere la mostra degli impressionisti al
museo Correr. Non volendo affrontare il serpentone di turisti votati al
sacrificio culturale, deviai a sinistra soccorso da un canto mentale che mi portava da quella parte; l’Altra Parte. A lato della Marciana una
locandina indicava la presenza di opere del realismo visionario tedesco. Un
modesto biglietto d’entrata mi ammise a uno spazio metafisico, abitato da molti nessuno,
solo un dolce silenzo incorniciava i capolavori di Alfred, appesi ai muri con disarmante familiarità. Cosi’ finalmente e per caso me li trovai davanti, erano proprio loro, i disegni di Kubin in carne e ossa, le opere di colui che aveva intaccato il mio inconscio con uno dei romanzi meno romanzati
che avessi mai letto: L’Altra
Parte. ( A.F.)
Il movimento argenteo, bidimensionale, futurista di Giannina Censi e l’oro fisico,
tridimensionale di Mamela Nyamza: una espugnazione organica dello spazio. Dalla postazione eretta, lettrista, robotica della coreografa milanese, all'incedere ragniforme, fusione del corpo con gli elementi, della danzatrice sudafricana. Un bassorilievo elettrico e un tutto
tondo biologico. Immagini comparate e complementari di due grandi artiste.
Arthur Frame
LA VERA CENSURA
Se per censura s’intende il controllo della
comunicazione o di altre forme di libertà; libertà di espressione, di pensiero,
di parola da parte di una autorità, ogni commissione a suo modo, è giudicante e
discriminante. Questo modo di dividere il "bello dal brutto" il "giusto dallo sbagliato" stabilendo chi è finanziabile e chi non lo è, puo’ avere effetti collaterali importanti. E’ un sistema che non produce
intelligenza né competenza. Ci sono altri modi per generare benessere e
conoscenza, ma presuppongono di modificare i nostri modelli culturali.
Il sistema selettivo è funzionale, ma non è ovvio né
naturale. “Non
danno i soldi a Bellocchio! Dio mio
cosa è successo?"
E’ successo quello che in genere accade usualmente; si discrimina ciò che non è funzionale ad una strategia
economica e politica; in genere a farne le spese sono i pesci piccoli (tanti)
piu’ raramente quelli grandi. Chi ”merita
di più” ha
maggior valore di chi “merita
di meno” Chi
l’ha deciso ed in base a quali parametri? Il sistema competitivo va a braccetto con quello
clientelare. Il sistema competitivo è funzionale solo a chi lo governa. Dove
c’è una commissione per quanto illuminata sia, c’è
sempre un discrimine organico. Il modello politocratico non è insostituibile, ed è un e(o)rrore sociale. Anche i direttori dei festival dovrebbero riflettere
su questo punto. Questo modello è da abbandonare perchè non è funzionale ad una
democrazia partecipativa, non è funzionale ad un sistema economico in continua
decrescita. Quindi il problema sta a monte: l’inagibilità delle commissioni che
scelgono chi deve vivere e chi deve morire. Occupare spazi pubblici,
teatri o cinema, senza ridiscutere questi modelli non ha alcun senso. E’ la
solita minestra riscaldata. Siamo lontani dal cambiamento, siamo ancora fermi
ad uno schema piramidale (dove in in cima alla piramide c’è sempre qualche capò). Siamo lontani da una democrazia fluttuante, dinamica, collettiva dove
alla SELEZIONE si sostituisca la CONDIVISIONE. E’ bene trovare modalità
alternative di ridistribuzione del bene pubblico, diverse dalle commissioni di
esperti, perchè il bene comune, si chiama così non a caso: è dei cittadini che
devono essere adeguatamente coinvolti nelle scelte che li
riguardano.
Arthur Frame
martedì 22 maggio 2012
FONDAMENTA DEGLI INCURABILI
di Iosif Brodskij
di Iosif Brodskij
“ D’inverno, specialmente la domenica, ti svegli in questa città tra lo scroscio festoso delle sue innumerevoli campane, come se dietro le tendine di tulle delle tue stanze tutta la porcellana di un gigantesco servizio da tè vibrasse su un vassoio d’argento nel cielo grigio perla […]”.
lunedì 21 maggio 2012
Discorso di scioglimento dell’Ordine della Stella d’Oriente.
"...A che serve avere intorno migliaia di persone che non comprendono, imbalsamate nei pregiudizi, che non vogliono sentire il nuovo ma che piuttosto traducono il nuovo per il proprio sterile stagnante sé?..."
Jiddu Krishnamurti
Jiddu Krishnamurti
LA
STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE:
OVVERO LE
10 REGOLE DELLA MANIPOLAZIONE MEDIATICA
SECONDO ARTHUR FRAME VS. NOAM CHOMSKY
1 - La strategia della distrazione. La televisione distrae, ma a dispetto del cestello della lavatrice, che incanta e ipnotizza è meno appassionante. La Tv a differenza della lavatrice non lava solo i panni sporchi in casa propria, ma centrifuga il cervello. Chi sostiene che “dipende da che cosa fanno in Tv” oltre ad essere persona ingenua e non informata sui fatti è in genere analfabeta. La televisione amplia la metratura del nostro appartamento riempiendola di persone “importanti” dandoci la sensazione, del tutto illusoria, di partecipare alla cosa pubblica
1) Spegnere la TV.
1 - La strategia della distrazione. La televisione distrae, ma a dispetto del cestello della lavatrice, che incanta e ipnotizza è meno appassionante. La Tv a differenza della lavatrice non lava solo i panni sporchi in casa propria, ma centrifuga il cervello. Chi sostiene che “dipende da che cosa fanno in Tv” oltre ad essere persona ingenua e non informata sui fatti è in genere analfabeta. La televisione amplia la metratura del nostro appartamento riempiendola di persone “importanti” dandoci la sensazione, del tutto illusoria, di partecipare alla cosa pubblica
2
- Creare il problema e poi offrire la soluzione. C’è un cinema impegnato che
solleva problemi scottanti e impone una tesi risolutiva, politica e
consolatoria; persino quando lascia un finale aperto colloca una assoluzione
morale. Si salta il problema della complessità entrando in una semplificazione
pedagogica. Questo genere di cinema colto è molto popolare ma soprattutto
propagandistico.
3
- La strategia della gradualità. Il mutamento antropologico della popolazione (da umani a
bestie) è stato graduale, la televisione negli anni ottanta ha ampliato il
quarto d’ora di ricreazione occupando tutti i palinsesti in modo esponenziale.
Il cinema in scatola ha progressivamente occupato le sale cinematografiche che,
come i benzinai di provincia, hanno chiuso promuovendo le grandi catene di
distribuzione. Il cinema d’autore s’è trincerato in una lobby molto ristretta.
Cio’ che resta è vita, come direbbe qualcuno, randagia pero’, nomade e solo
potenzialmente libera.
4
- La strategia del differire. La lotta televisiva tra la diretta e la differita è di
storica memoria; il controllo delle partite di calcio e della Formula Uno
rappresentano il simbolo del Controllo tout court, controllo delle menti, dei
comportamenti, degli spaesamenti, e delle pulsioni del pubblico.
5
- Rivolgersi alle persone come a degli idioti. La Tv e il Cinema di
intrattenimento e persino d’autore sono specialisti in questa attività. La
persona è un idiota a cui si dice cosa deve fare e lui lo fa. Una pratica
melliflua d’intonazione infantile.
6
- Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione.
Sfruttare
l'emotività nei film, “catturare
lo spettatore prendendolo dal basso ovvero dai genitali”, è una tecnica classica per
provocare un corto circuito dell'analisi razionale e, infine, del senso critico
dell'individuo.
Brecht
Bertold, e il sano distacco emozionale, lo straniamento, sono stati banditi.
7
- Mantenere la massa nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far
si che la “massa” (cioè l’insieme ravvicinato di ognuno) sia incapace di comprendere le tecniche ed i
metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. Evitare che centri e
movimenti di ricerca ed eccellenza come Il terzocinema possano cambiare
radicalmente l’idea anacronistica che si ha del linguaggio audiovisivo, che, ad
oggi, è ancora una
ascella del corpo letterario. Le assurdità che si impartiscono nei corsi universitari
e scuole di cinema (compresa la recitazione attoriale) sono sotto gli occhi di
tutti. Un mio amico regista con la sua assistente all’uscita dal cinema si sono
sorpresi che l’interprete femminile fosse una professionista “Era cosi’ brava che non
avremmo mai pensato fosse un’attrice!”
8
- Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere gli autori in erba a
ralizzare clip; video esaltati alla rincorsa del significato che non c’è; il
clip pensiero equivale al fast food, ma dalla parte del bovino.
9
- Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere incapace di apprendere
il linguaggio audiovisivo che è solo cosa per pochi eletti, mantenere
l’analfabetismo mediatico come una condizione esistenziale ineluttabile: solo i poeti e i
letterati hanno il diritto d’imparare a leggere e a scrivere, gli altri
sono pubblico pagante; possono solo ascoltare. Il pubblico ignorante è costretto a vedere, per
punizione, del cinema italiano mezzo e mezzo (mezzo impegnato e mezzo paraculo) come fosse una
medicina cattiva ma che fa bene alla salute. Se il linguaggio non cambia neanche i rapporti
sociali cambiano indipendentemente dai temi impegnati.
10
- Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. La TV (che ha un Super Io
gerontocratico ma ancora attivo) è riuscita a conoscere l’individuo massificato
molto meglio di quanto egli conosca sé stesso, a prevederne e condizionarne le
mosse, i gusti, gli acquisti. Ciò comporta che, nella maggior parte dei
casi, la TV esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulle persone,
ben maggiore di quello che le persone esercitano su sé stesse.
LA
STRATEGIA DELL’ATTENZIONE
1) Spegnere la TV.
2) Sostituire la TV con la Rete,
utilizzare il web come strumento di trasmissione del proprio libero pensiero
3) Intensificare le modalità
produttive a favore di un cinema partecipativo a contatto con la vita di tutti
i giorni.
4) Distribuire il terzocinema e il cinema partecipativo attraverso videondemand e sale
cinematografiche autonome compresi i “multisala progressisti”. Creare eventi e discussioni
attorno alle opere cinematografiche
5) Apprendere il mezzo per
impadronirsi del linguaggio: leggere e scrivere con l’audiovisivo a partire
dalle scuole primarie. Imparare ad ascoltare l’esistente utilizzando
l’audiovisivo come strumento analitico con i tempi naturali. Lavorare con la
Tecnica dell’Ascolto Condiviso e la Postazione per la Memoria.
6) Cambiare
le modalità produttive del cinema. Costituire gruppi di lavoro attorno al
terzocinema e al cinema partecipativo. (Cinema.3 di Arthur Frame, Edito da
Kineofilm, distribuito da Ebookrepublic)
sabato 19 maggio 2012
L'EPOCA E I LUPI
“Di notte, mentre correvo su e giù per l’enorme reparto a sistemare le macchine, mormoravo versi. Dovevo imparare tutto a memoria [...] La memoria era un mezzo supplementare di custodia, e mi è servita moltissimo nella mia difficile impresa”
Nadezda Mandel'stam
venerdì 18 maggio 2012
Osip Emil’evič Mandel’štam
Nel novembre del 1933 scrive un libello contro Stalin nel quale prende in giro “Il montanaro del Cremino” e denuncia la grave carestia provocata dalla collettivizzazione forzata; viene attaccato sulla «Pravda». Nel ’34, per componimenti «antisovietici», è esiliato per tre anni a Cerdyn’, negli Urali, a oltre mille chilometri da Mosca. Qui, ricoverato in ospedale per una forma di miocardite, tenta il suicidio. Per intervento di Bucharin la pena è commutata in residenza coatta. Sceglie Voronež, nel sud della Russia, dove vive con la moglie dal ’35 al ’37. Qui compone le poesie dei «Quaderni di Voronež». Rientrato a Mosca, non ottiene il permesso di residenza; tenta di stabilirsi a Leningrado. La sua salute peggiora. Nel ’38 è di nuovo arrestato e condannato a cinque anni di deportazione «per attività controrivoluzionaria». Internato in un lager di transito presso Vladivostok, muore – ufficialmente – il 27 dicembre. Il suo ricordo fu conservato, per lungo tempo clandestinamente, dalla moglie Nadežda che aveva imparato a memoria numerosi testi poetici del marito.
Non sono ancora morto, non sono ancora il solo,
mentre con l’amica mia accattona
mi diletto della vastità delle pianure
e della fame, della foschia e bufera.
mi diletto della vastità delle pianure
e della fame, della foschia e bufera.
In splendida miseria, nel lussuoso squallore
vivo solo – tranquillo e confortato –
¬Benedetti giorni e notti,
e l’innocente, soave voce del lavoro.
vivo solo – tranquillo e confortato –
¬Benedetti giorni e notti,
e l’innocente, soave voce del lavoro.
Sventurato colui che, come la sua ombra,
spaventa il latrato e il vento falcia,
e povero colui, che solo a metà vivo
l’elemosina chiede alla sua ombra.
spaventa il latrato e il vento falcia,
e povero colui, che solo a metà vivo
l’elemosina chiede alla sua ombra.
Gennaio 1937. Voronež.
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