mercoledì 18 aprile 2012

VOCI DA DENTRO

1 commento:

  1. Il carcere non è mai un luogo di riabilitazione. Ce ne siamo accorti anche girando questo piccolo film al Carcere Minorile di Treviso. La punizione non è un rimedio profondo ed è pedagogicamente distruttiva. Infatti ciò che conta è la qualità della relazione, spesso i ragazzi che finiscono in carcere hanno una qualità di relazione talmente bassa, che quando arrivano in galera la quantità e a volte persino la qualità di relazione anche con le istituzioni, aumenta. Istituzioni impersonate da esseri umani: Carabinieri, Assistenti sociali, educatori, avvocati ecc...
    Per prevenire un atto criminoso forse è necessario conoscere a fondo una società e aumentare la qualità delle relazioni tra le persone comprese quelle tra le istituzioni e la cittadinanza. Per ora la qualità di relazioni tra la gente e le istituzioni è solo di carattere repressivo esattoriale. Noi conosciamo lo Stato perché ci chiede incessantemente soldi e tributi; lo Stato non ci è amico. Se la società tenderà all'isolamento, alla chiusura, alla maieutica dell'ego, allora il carcere sarà un luogo sociale più frequentato della propria abitazione, è un paradosso.
    Spesso in carcere ci arrivano i più deboli, restano impuniti i mandanti. Ma in una logica in cui lo Stato chiede e basta chi sono i mandanti?

    RispondiElimina