Intervista rilasciata da Arthur Frame a una giornalista brianzola
Cosa nel pensa del cinema italiano di oggi?
Il linguaggio prosaico è conservatore, cioè contro la natura
della trasformazione; è una forma di violenza che porta alla noia e alla
disperazione. E’ come quando si va a puttane, si soddisfa un desiderio
compulsivo ma poi si rimane disgustati del proprio comportamento. Nel cinema di
prosa questa consapevolezza non c’è nemmeno; il sottile strato di veleno, travestito da passatempo e da
disimpegno, a poco a poco appesantisce l’esistenza. Chi va al cinema per
distrarsi spesso fa una vita miserabile, insoddisfacente, alla ricerca di uno
straccio imbevuto di zucchero da ciucciare. Questa umanità dolente, che non ha saputo fare i conti con i
propri genitori, non saprà mai cosa significa provare il nirvana della vera
poesia!
Eppure ultimamente i film italiani impegnati hanno successo al botteghino!
Successo? Botteghino? la parola su(l)cesso richiama implicazioni fecali e il botteghino, mi fa venire in mente oltre alla patta delle braghe anche le bancarelle delle giostre: come i lecca lecca colorati con E103: belli da vedere,
tossici da mangiare. I film piu’ micidiali sono “cose” pseudo grottesche
condite di giovanilismo, di realismo e di trasgressione.
Qual’è la cura?
La cura è non avere paura della Conoscenza, affrontare
l’abisso della propria ignoranza con coraggio. Essere leali, eroici e virtuosi
nell’impegno. Se vogliamo far cessare le guerre, i suicidi, le disuguaglianze,
dobbiamo capire cos’è la Cultura e servircene. Noi lavoriamo su un Cinema che
sconvolge la vita e non la stabilizza nell’opaco scorrere di un tempo privo
di significato. La Poesia è sempre visionaria, irriverente, eversiva, nobilita
la vita anche quando è leopardiana. Ti constringe a prendere una posizione
critica nei confronti del tuo tempo, ripeto del Tuo Tempo. E in tutti i Sensi,
per questo chiamiamo il nostro cinema MULTISENSORIALE.
Cosa pensa del recente successo del "film verità" che
sembra attecchire sempre piu’ nel pubblico?
Si, viene con un ritardo epocale il "documentario", è un'estetica ritardata, almeno di trent’anni, gravida di
superficialità e distorsioni. Per carità ci sono anche tante brave persone che fanno il loro mestiere con amore e passione, pero'...
Pero'?
Tu
devi capire che oggi, molte volte, non si fanno i film verità per comunicare qualcosa di necessario,
ma per raccontare in giro che sei un regista, un vero regista! E che vai al festival, che ti
hanno preso di quà e di là. Mi sembrano le edizioni trasch del Sanremo anni 70. Ma è bene cosi’, adesso stiamo assistendo
all’ultimo spasmo di putrefazione, poi tutto cambierà. La vena realistica
ignorante soccomberà sotto la potenza visionaria della Poesia. La Poesia non è mai la creatura di un autore ma la collaborazione tra umano e divino, o se preferisci tra Vita e Mistero. E' un evento sacro e nascosto, umile e riservato.
Anche Lei pero’ frequenta dei festival e vetrine internazionali?
Certo, di tanto in tanto... si chiama “visibilità” o vanità; quando
vinci un festival l’Ego va alle stelle. A quel punto scegli, se aiutare la
gente a capire che l’ agonismo, rivalità e concorrenza, sono la ragione della
nostra rovina o se preferisci cavalcare l’onda. Io ho questa deformazione
pedagogica, grazie a Dio, di stampo
francescano marxista che mi porta a shierarmi sempre dalla parte del torto, dei
diseredati, ma anche ad
amministrare la redenzione ...
soprattutto alle miss credenti
...
Battutona!!! Ai giovani cosa consiglia?
Di invecchiare velocemente! Scherzo! Consiglio di
collaborare nella creazione di un Mondo e soprattutto di un Modo Nuovo di fare
e di vivere assieme.
Il suo autore preferito?
E' una donna: Santa Teresa d'Avila!
E alla sua generazione ha qualcosa da dire? O da salvare?
I migliori sono sotto terra, restano o i paraculi o i
naufraghi.
Lei a che categoria appartiene?
Ai paracadutisti naturalmente!
Guardi che scrivo tutto nell’articolo!
Scriva, scriva e buon pro Le faccia! Ma non ci eravamo tanto
amati?