Un’infermiera – sola con un figlio – alla quale l’ospedale nega il part time, un’operaia che non riesce ad ottenere dieci minuti di flessibilità per portare il figlio al nido, una lavoratrice che subisce molestie sessuali, una neolaureata licenziata durante il periodo di prova perché rimasta incinta, una lavoratrice moldava licenziata dall’impresa di pulizie a causa di 6 giorni di assenza per assistere la figlia in ospedale: queste donne hanno una caratteristica comune. Sono tutte vittime della più odiosa delle discriminazioni nel lavoro: quella che colpisce le donne a causa ed in occasione della maternità. Siamo in presenza di “storie di ordinaria discriminazione” in un paese dalla facile retorica delle mamme che “son tutte belle”, che enfatizza il “lieto evento” della nascita, che lancia appelli (e accuse!) per lo “sciopero della culla”. Quasi sempre le donne sono lasciate sole di fronte a questi problemi e, pur trattandosi di un fenomeno assai diffuso, spesso si ignora che i comportamenti di cui si tratta sono contrari a leggi e contratti, che possono essere contrastati e che ci sono organismi ai quali è possibile ricorrere per consulenza ed assistenza, sino all’azione in giudizio. La stessa figura della consigliera di parità, che ha funzioni di garanzia e di controllo contro le discriminazioni, è poco conosciuta.
DONNELAVORO documenta, prima di tutto, i frequenti casi di discriminazione subiti dalle donne sul lavoro, in particolare in occasione della maternità, evidenziando quelli di discriminazione multipla, nei quali al sesso si cumulano altri fattori, come l’origine etnica. Presenta poi i percorsi per una loro soluzione efficace e gli strumenti istituzionali che l’ordinamento mette a disposizione delle lavoratrici, con specifico riferimento alla consigliera di parità.
DONNELAVORO: STORIE DI ORDINARIA DISCRIMINAZIONE
RispondiEliminaUn’infermiera – sola con un figlio – alla quale l’ospedale nega il part time, un’operaia che non riesce ad ottenere dieci minuti di flessibilità per portare il figlio al nido, una lavoratrice che subisce molestie sessuali, una neolaureata licenziata durante il periodo di prova perché rimasta incinta, una lavoratrice moldava licenziata dall’impresa di pulizie a causa di 6 giorni di assenza per assistere la figlia in ospedale: queste donne hanno una caratteristica comune. Sono tutte vittime della più odiosa delle discriminazioni nel lavoro: quella che colpisce le donne a causa ed in occasione della maternità.
Siamo in presenza di “storie di ordinaria discriminazione” in un paese dalla facile retorica delle mamme che “son tutte belle”, che enfatizza il “lieto evento” della nascita, che lancia appelli (e accuse!) per lo “sciopero della culla”.
Quasi sempre le donne sono lasciate sole di fronte a questi problemi e, pur trattandosi di un fenomeno assai diffuso, spesso si ignora che i comportamenti di cui si tratta sono contrari a leggi e contratti, che possono essere contrastati e che ci sono organismi ai quali è possibile ricorrere per consulenza ed assistenza, sino all’azione in giudizio. La stessa figura della consigliera di parità, che ha funzioni di garanzia e di controllo contro le discriminazioni, è poco conosciuta.
DONNELAVORO documenta, prima di tutto, i frequenti casi di discriminazione subiti dalle donne sul lavoro, in particolare in occasione della maternità, evidenziando quelli di discriminazione multipla, nei quali al sesso si cumulano altri fattori, come l’origine etnica. Presenta poi i percorsi per una loro soluzione efficace e gli strumenti istituzionali che l’ordinamento mette a disposizione delle lavoratrici, con specifico riferimento alla consigliera di parità.