martedì 16 aprile 2013
lunedì 15 aprile 2013
CALIMERO DANCE
Giornalista: Signor Arthur Frame quale è secondo lei, oggi
la persona che piu’ esprime il progresso nella musica POP italiana?
Arthur Frame: POP? Non sentivo questo termine da vent'anni! Fa piacere sia rinvenuto nella sua saporita sapidità. L’unica linea evolutiva che vedo, anzi che
sento, sono le canzoni di Cristina D’Avena
Giornalista: Ma è una battuta o quello che pensa veramente?
Arthur Frame: Lo penso veramente, senza togliere alcun
demerito agli altri...
Giornalista: Alcun merito, non demerito, voleva dire
Arthur Frame: No, no! Demerito, ho detto demerito!
Giornalista: E cosa trova di cosi’ speciale in Cristina D’Avena?
Arthur Frame: Quando l’avanguardia viene assassinata come è
stato fatto in questo Paese, quando i mediatori culturali ignoranti come capre
(come direbbe qualcuno) si permettono di rompere i coglioni a uno come Stratos
o di emarginare nel Lager dell’isolamento gente come Freak Antoni o Daolio,
che tutti ora osannano senza avere capito un cazzo, ecco, allora io credo che
ritornare all’innocenza, anche a quella contaminata, radiotelevisiva,
urticante, tutto quello che vuoi, tornare a Calimero e ai Puffi è l’unica cosa sensata da fare.
Giornalista: Mi sembra una posizione un po drastica.
Arthur Frame: No, è la realtà, cara signorina che è drastica, drastica e tagliente come la sua minigonna! Lei è ancora giovane.. conosce Calimero?
Giornalista: Si
Artur Frame: E Topogigio? Non le sembra antipatico Topogigio?
Giornalista: Seocondo me è piu' antipatico Topolino di Topogigio. Lei allora a parte Cristina D’Avena cosa
propone per migliorare le cose?
Arthur Frame: Va fatta una bonifica radicale, certa gente va
riabilitata, parlo dei critici discografici, bisogna usare con loro la
strategia della gentilezza, accompagnarli con amorevolezza all’asilo e da li’
ripartire.
Giornalista: Ma dei cantanti, magari giovani non salva
proprio nessuno?
Arthur Frame: A parte Cristina D’Avena, forse qualcosa di
Patrizia Laquidara, un paio di brani di Colapesce o di Dente, ma anche altri giovincelli
che pero’ poi, appena fanno un po di successo si mettono a fare delle stronzate
abissali a partire dai video clip che perdono la freschezza e l’originalità
della precarietà. Comunque sicuramente ci sono degli sconosciuti geniali che stanno tramando nelle loro cantine, ma certamente il mercato discografico contemporaneo non li aiuterà a emergere (dalle cantine). Bisogna fare una cultura underground di terza generazione.
Giornalista: Cioè? puo' spiegarsi meglio?
Arthur Frame: Lo farei davvero volentieri pero' adesso pero’ devo andare altrimenti perdo la coincidenza del mio treno.
Giornalista: Cioè? puo' spiegarsi meglio?
Arthur Frame: Lo farei davvero volentieri pero' adesso pero’ devo andare altrimenti perdo la coincidenza del mio treno.
Giornalista: Grazie!
Arthur Frame: Grazie a Lei, si tenga sempre cosi’ in equilibrio su quelle scarpe e ascolti Calimero!!!
Giornalista: Grazie si!.... Fanculo stronzo! (sottovoce)
venerdì 12 aprile 2013
Cinema Teatro di Rezzato - Brescia
Ringrazio tutti i partecipanti
allo spettacolo dell’11 Aprile 2013: la Proiezione di Voci nel Buio al Cinema
Teatro CTM di Rezzato (BS). Devo dire che ancora una volta io a Brescia, nella
Provincia per precisione, che credo sia estesa come la Svizzera, mi sono
trovato bene. A me la cadenza bresciana piace, mi sento a casa, forse piu’ che
a casa mia. Dopo lo start del film nella storica monosala magistralmente
gestita da Santo Bertocchi, io e Mauri ci siamo precipitati al circolo ARCI lì vicino, con la naturale apprensione
che si ha ad ogni proiezione, nell’attesa che la pellicola (un’eufemismo visto
che il film è in digitale) faccia il suo corso e illumini i cento e piu’ occhi
, 130 per la precisione, puntati sullo schermo, per non parlare delle 260
orecchie. Al circolo ARCI di Rezzato, nei pressi del cinema, si paga poco ( almeno un terzo in meno
rispetto ai bar cittadini) e ti
trattano davvero bene, sono molto cordiali, di una cordialità schietta che ti
fa sentire sereno. Poi come sempre, finito il film, abbiamo incontrato il
pubblico, cioè la comunità
temporanea che si forma per misteriose alchimie ad ogni proiezione di Voci nel
Buio e che costituisce un corpo critico senza eguali. Il sindaco di Rezzato, Enrico Danesi, è un giornalista e
studioso cinematografico molto accurato e acuto, ed è stato bravissimo a
mediare e stimolare gli interventi, se è cosi’ competente e misurato anche ad
amministrare il paese, allora quei cittadini sono davvero fortunati. Sono magici doni le cose che escono
dalle voci degli spettatori dopo la proiezione e sono loro, i testimoni oculari, che ogni volta rimontano il film in
modo originale, e lo accompagnano sempre piu’ avanti, scoprendo cose nuove e
sorprendendoci. Anche gli amici di
Mauri (Maurizio Pasetti, sceneggiatore, autore e amico di sempre) sono davvero
straordinari, ognuno di loro ha una propria originalità meravigliosa.
Complimenti, bello, bello tutto,
grazie a tutti. E grazie a Mara che alle cinque e mezzo del mattino s’è
svegliata per accompagnarmi in stazione. A Rezzato non sembra neanche di stare
in Italia.
Rodolfo Bisatti
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