Ringrazio tutti i partecipanti
allo spettacolo dell’11 Aprile 2013: la Proiezione di Voci nel Buio al Cinema
Teatro CTM di Rezzato (BS). Devo dire che ancora una volta io a Brescia, nella
Provincia per precisione, che credo sia estesa come la Svizzera, mi sono
trovato bene. A me la cadenza bresciana piace, mi sento a casa, forse piu’ che
a casa mia. Dopo lo start del film nella storica monosala magistralmente
gestita da Santo Bertocchi, io e Mauri ci siamo precipitati al circolo ARCI lì vicino, con la naturale apprensione
che si ha ad ogni proiezione, nell’attesa che la pellicola (un’eufemismo visto
che il film è in digitale) faccia il suo corso e illumini i cento e piu’ occhi
, 130 per la precisione, puntati sullo schermo, per non parlare delle 260
orecchie. Al circolo ARCI di Rezzato, nei pressi del cinema, si paga poco ( almeno un terzo in meno
rispetto ai bar cittadini) e ti
trattano davvero bene, sono molto cordiali, di una cordialità schietta che ti
fa sentire sereno. Poi come sempre, finito il film, abbiamo incontrato il
pubblico, cioè la comunità
temporanea che si forma per misteriose alchimie ad ogni proiezione di Voci nel
Buio e che costituisce un corpo critico senza eguali. Il sindaco di Rezzato, Enrico Danesi, è un giornalista e
studioso cinematografico molto accurato e acuto, ed è stato bravissimo a
mediare e stimolare gli interventi, se è cosi’ competente e misurato anche ad
amministrare il paese, allora quei cittadini sono davvero fortunati. Sono magici doni le cose che escono
dalle voci degli spettatori dopo la proiezione e sono loro, i testimoni oculari, che ogni volta rimontano il film in
modo originale, e lo accompagnano sempre piu’ avanti, scoprendo cose nuove e
sorprendendoci. Anche gli amici di
Mauri (Maurizio Pasetti, sceneggiatore, autore e amico di sempre) sono davvero
straordinari, ognuno di loro ha una propria originalità meravigliosa.
Complimenti, bello, bello tutto,
grazie a tutti. E grazie a Mara che alle cinque e mezzo del mattino s’è
svegliata per accompagnarmi in stazione. A Rezzato non sembra neanche di stare
in Italia.
Rodolfo Bisatti
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