domenica 25 novembre 2012

IDOLATRIA - Giotto






VAM 
VideoAlfabetizzazione Multisensoriale

Presentazione al  Pubblico del progetto
Proposto da Kineo Associazione Per lo Studio e la Ricerca Sulla Comunicazione Audiovisiva.  
Patrocinato dall’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per L’Educazione, la Scienza e la Cultura) 

Lunedì 17 DICEMBRE 2012 ORE 18  
PARCO DI SAN GIOVANNI-  PRESSO EX SPAZIO VILLAS  
(CENTRO DI FORMAZIONE AZIENDALE - SALA A)  
TRIESTE

Se qualcuno devesse chiedermi oggi che cos’è la libertà, risponderei senza esitare:
Dominare il linguaggio!
Rodolfo Bisatti

Il nostro mandato è quello di innestare in ogni contesto strategico la Video Alfabetizzazione Multisensoriale. L'obiettivo è combattere l’analfabetismo digitale audiovisivo. A fronte di un continuo incremento e consumo delle telecamere digitali e dei programmi di editing (liberi o integrati)  non corrisponde un adeguato dominio del linguaggio audiovisivo. Il rischio è che l’analfabetismo digitale invece di ridursi si allarghi come una sorta di potenza comunicativa inevasa; un grande BLOG inutile  "massa priva di forma e di consistenza". Ad ora non esistono, secondo noi, “scuole” in grado di trasferire in modo organico conoscenze linguistiche audiovisive. Ci si basa ancora sul modello “cinematografico-televisivo” utile per il cinema (forse) ma inservibile o fuorviante rispetto alla tipologia digitale che persegue tutt'altra logica.
Usare la videocamera come una penna è un’idea (all’epoca solo immaginata da Zavattini) che prende corpo nelle ricerche trentennali di Kineo (studio e ricerca comunicazione audiovisiva).
Kineofilm ha condificato 2 modelli di approccio linguistico che per loro natura aiutano la democratizzaizone dei mezzi audiovisivi digitali: P.P.M e T.A.C. entrambi confluiscono nella cosidetta V.A.M

Ora, per noi, è fondamentale operare in contesti eterogenei, favorire  un appropriato bagaglio culturale di videoalfabetizzazione  per aumentare le possibilità di servirsi adeguatamente del mezzo.  

Migliorando e potenziando le competenze linguistiche audiovisive, si aumentano le possibilità creative proprie e si è in grado di analizzare con maggior efficacia quelle degli altri. Attenzione! abbiamo parlato di competenze linguistiche non di pertinenze tecniche; cioè della capacità di comunicare per mezzo di un codice articolato, di garantire una non generica normazione del mondo. 

Stiamo dicendo in sostanza che imparare a leggere e a scrive è utile.

La videoalfabetizzazione incentiva l’autonomia comunicativa personale, la capacità di analisi (e sintesi) di un qualsivoglia fenomeno percepibile.  Cio’ avviene prima della cosidetta “comunicazione” come comunemente la si intende quando si parla di media.
Giornali on line, social network, you tube che è il sito web che presenta il maggior tasso di crescita, il video si sta diffondendo ovunque ma non tutti sono in grado di sfruttarlo e governalo come vorrebbero o potrebbero.

Un’applicazione pratica del video avviene sempre piu’ frequentemente nel VideoCV, nel Digital Storytellig, nelle interviste (testimonianze), nella documentazione di un evento o nell’analisi di un gruppo di lavoro, nell’ autopromozione o nella promozione di un territorio, di un’ambito educativo, di un prodotto, di un concetto, di un progetto. Nel testimoniare la storia presente come strumento militante. Le applicazioni sono infinite perchè si basano sull’utilizzo di un mezzo che somiglia alla vita. Purtroppo lo si utilizza spesso come interfaccia nuova su vecchi sistemi culturali invalidanti o a volte controproducenti. 
E' necessario organizzare gruppi di apprendimento che possano aiutare a chiarire meglio che cosa realmente è il linguaggio audiovisivo e come sia possibile utilizzarlo con efficacia.








martinAmOndO

SUR LE CHANTIER!

sabato 24 novembre 2012

Il Mondo sospeso di Caridad (Il mondo qualitativo)


Raramente capita di vedere lo spirito intelligente affiorare nelle opere e nei pensieri degli "artisti" di oggi. Caridad è una delle eccezioni. Le sue parole a coronamento delle scene dipinte sono calde e poetiche, descrivono l'ambiente che sta loro attorno; fatto di pensieri, di sensazioni, di quotidianità, uno dei fortunati casi in cui la "cornice" non è superflua e decorativa ma corpo dell'opera e questa cornice sentimentale è la vita stessa di Caridad, le sue relazioni, l'andare a prendere le uova fresche da un'amica, osservare che tempo fa fuori dalla finestra. Lei ci restituisce questa intimità nelle parole e nelle cose di ogni giorno,  ritagliando in pochi tratti un piccolo mondo, denso, come quello di Giorgio Morandi, con pari intensità nell'osservazione. Trovo bello anche il suo modo di esprimersi quando lei utilizza il termine "melograno seduto sul tavolo" al posto di "appoggiato" e altre licenze poetiche a commento dei quadri, nel tradurre l'inglese in italiano. L'opera di Caridad mi ricorda la regola della finitudine greca e la disciplina antica dell'Icona, cioè dell'arte sacra tradizionale. Questo suo lavoro ha una dimensione spaziale: il quadro contenente la piccola natura morta, e la cornice esistenziale dedotta dai commenti e poi c'è la dimensione temporale, la scansione degli appuntamenti quotidiani; un'opera al giorno. Questa forma di esistenza e di resistenza è totalmente controcorrente rispetto all'idea consumistica dell'arte sponsorizzata oggi, votata e svuotata nell’illimitatezza dell' esibizionismo. Caridad rappresenta quindi un ritorno alla dimensione del limite; al prendersi cura delle cose prossime. Al godimento percettivo del presente. All'avanzamento verso un'arte equosolidale che riporti la donna, l'uomo e  il bambino al centro della propria dimensione umana accettabile e praticabile. Questa è la vera misura oltre-moderna, l'unico situazionismo accettabile: la vita stessa. 

Rodolfo Bisatti



L'INVIDIA - Giotto