venerdì 15 giugno 2012

ROZZOL MELARA DA QUADRILATERO A PAESE di Rodolfo Bisatti



Ciò che appare da questo documentario è la grande complicità con gli abitanti del quartiere di cui tratta (lunghi mesi di lavoro veramente partecipato) e la chiarezza del messaggio comunicativo. I temi del disagio, dell'isolamento, dell'identità negativa/positiva di gruppi e quartiere si incrociano con squarci di possibilità, opportunità, diritti riconosciuti e/o conquistati, che rappresentano spazi conflittuali o di rapporto con le istituzioni e che fondano la democrazia vera e non quella ideologica.
Da: Incontri sul Margine 2006

Rozzol Melara è un quartiere di Trieste conosciuto per ospitare il complesso residenziale popolare ATER comunemente chiamato anche come "Il quadrilatero", progettato da un nutrito gruppo di professionisti triestini selezionato dall'Ordine degli Architetti e degli Ingegneri, coordinati da Carlo Celli dello studio Celli di Trieste e costruito tra il 1969 e il 1982 sotto le teorie socio-architettoniche di Le Corbusier. Il complesso è formato da due corpi fabbrica a L del volume di 267.000 metri cubi che si estende su una superficie di 89.000 metri quadri e conta 468 appartamenti e circa 2.500 residenti. Nell'intento progettuale l'idea era quella di creare una sorta di "villaggio indipendente" fornito di tutti i bisogni primari (negozi, scuole, ecc.). Le chiavi dei primi appartamenti furono consegnate tra il 1979 e il 1981 soprattutto a coppie giovani. Il quartiere dista 4 km dal centro di Trieste.
Da Wikipedia

MEMORIA OPERAIA DI SESTO di Federica Ravera


Tecnica dell'Ascolto Condiviso (T.A.C) 
Memoria Operaia di Sesto from fagnaz (federica ravera) on Vimeo.

giovedì 14 giugno 2012


Wislawa Szymborska


Scrivere un curriculum


da "Vista con granello di sabbia"

Che cos'e' necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si e' vissuto
e' bene che il curriculum sia breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu' chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perche'.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non cio' che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.


IL CERCHIO DI GIOTTO E IL QUADRATO DELLA TELEVISIONE

La comunicazione prevede la possibilità che il destinatario possa controbattere, quindi la comunicazione è sempre interlocutoria, se questo non accade non possiamo in alcun modo parlare di comunicazione ma di ingiunzione. La televisione pertanto non comunica ma impone un messaggio. Ciò è talmente evidente che i conduttori televisivi più creativi (Arbore) hanno introdotto, decenni or sono, il telefono come mezzo diretto di inter-locuzione con il pubblico. Evidentemente questo è solo un gioco simbolico fagocitato dalla Carrà negli anni ottanta come l'espediente principale di finta comunicazione colloquiale tra Potere televisivo e Pubblico. L'altro aspetto preoccupante della televisione, in questo caso di Stato, è l'obbligo del pagamento del canone, che arriva a chiunque in modo indiscriminato, come se tutta la popolazione possedesse e utilizzasse un televisore. Il tentativo di umanizzare e rendere familiare la televisione è continuato con l'utilizzo del teatro di parola di Costanzo: la testimonianza in diretta. La distanza si è azzerata con le telenovelas girate in appartamenti simili agli appartamenti del pubblico. Tutto questo ha rafforzato la televisione che ha colonizzato le case di gran parte del pianeta. Il Calcio e la Formula Uno hanno cementificato questo rapporto di subalternità e dipendenza. La televisione, ad oggi, è di fatto il potentato più appetibile da parte dei partiti e della pubblicità. L'unico modo per interrompere questo rapporto sbilanciato e malato è quello di non avere  alcuna televisione in casa. Si guadagna in salute e in economia. Inoltre il fatto di non possedere l'apparecchio consente una più adeguata e variegata informazione attraverso altri innumerevoli strumenti di comunicazione meno pigri. Consiglio, per esempio, di ricominciare andando a visitare gli affreschi di Giotto, a Padova, mia città natale, in cui appaiono, come nel caso della Presentazione di Maria al Tempio, dei passanti di schiena che osservano, indicando la scena e chiacchierando tra di loro. Tra Arbore, Carrà e Costanzo, Giotto è di gran lunga superiore perché ha capito che il principale interlocutore di un testo comunicativo è il testo stesso. Un unico problema: Giotto viene sei secoli prima dei nostri comunicatori contemporanei. Abbiamo assistito a seicento anni di involuzione?
A.F.


mercoledì 13 giugno 2012


Il vissuto della morte di Kubler Ross

Libera ricerca in preparazione del film "Al Dio Ignoto"


Elisabeth Kubler-Ross

Libera ricerca in preparazione del film "Al Dio Ignoto"
"Per tanti secoli - dice Elisabeth Kübler-Ross - si è cercato di convincere la gente a credere alle cose ultraterrene. Per me non è più questione di credere, ma di sapere: la morte è soltanto il passaggio ad una casa più bella!". E ancora: "La morte è un passaggio ad un altro stato di coscienza, in cui si continua a sentire, a percepire, a vedere, a ridere ... e si continua a crescere psichicamente e spiritualmente".