martedì 12 giugno 2012
lunedì 11 giugno 2012
di Andrei Tarkovskij
"Non credo sia solo una questione merceologica, il
fatto che per decenni e ancora oggi, risulti introvabile in Italia “Scolpire il Tempo” di Andrei Tarkovskij, un saggio fondamentale, universale, sul cinema epico e poetico. Del Resto anche "L'Epoca e i Lupi" di Nadezda Mandel'stam è stato pubblicato da un piccolo editore con trent'anni di ritardo per poi tornare nell'oblio. In Italia si soffre del terrore del "revisionismo storico"; si preferisce voltare pagina strappandola. Una sorta di rimozione dell'Epoca, la paura di scoprire che il proprio Padre è un assassino, parlo del Comunismo Reale e del Fascismo. In Italia non c’è posto per “Scolpire il
Tempo”, troppo mistico, spiritualista, un libro "sinistro", poco di "sinistra" e altrettanto poco di "destra". Daltronde non è esclusivo
copyright di Hitler, del Fondamentalismo, di Stalin e delle Milizie dell’Armata Popolare Jugoslava, il vizio di bruciare i libri degenerati. A quanto pare dietro il
paravento un po' volgare dell’editoria nazionale anche noi abbiamo questo vizietto, in modo ipocrita però, perchè invece di bruciarli, da noi i libri si
estinguono, anzi non sono mai esistiti: esaurito! Forse più
che i libri è tutta l'Italia che si è complessivamente ESAURITA."
Arthur Frame
LA MONTAGNA DELL'AMORE
Il sospetto è sempre quello che
ci sia più di una semplice connivenza tra arte e regimi totalitari, al di là
del fatto eclatante che un autore aderisca o meno a un preciso programma di
sterminio.
E’ difficile ipotizzare un non
allineamento diretto o indiretto dell’ arte audiovisiva coeva di un regime. La demagogia sostenuta
da alcuni che sotto i regimi (buoni) ci sia piu’ libertà rispetto ai regimi (cattivi) lascia il tempo che trova.
L’arte cinematografica ha quasi sempre un ruolo
ancellare rispetto a un potere dittatoriale e quindi la sua redenzione è
lontana. Estetica del nazismo, comunismo e consumismo piu’ o meno si
equivalgono, cambia la modalità dello sterminio ma quel sentimento di decadenza
e putrefazione estetica si equivalgono. La lobotomizzazione della televisione a
scapito della popolazione è un chiaro esempio di collaborazionismo a un preciso
programma di sterminio culturale. Sostenere il contrario è un forzare la mano dichiarando
la “libertà dell’arte” rispetto a una dittatura, dimenticando che per esistere,
la dittatura ha bisogno del controllo totale dell’informazione. E’ più
appropriato dunque chiarire che le modalità di azzeramento del dissenso
rispetto al regime vigente possono essere diverse, se durante i regimi “duri”
l’artista ribelle veniva ucciso o mandato al confino, ora nei regimi “morbidi”
l’artista ribelle viene azzerato rendendolo invisibile; la sostanza non cambia.
A.F.
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