Se è lo Stato a decidere e pagare i film, allora vuol dire che l’Autore- Produttore è lo Stato: un esempio fulgido di democrazia!
Se è lo Stato a dare i soldi per fare i film e, anche le Regioni piu’ capillarmente, allora vuol dire che l’Autore dei film è lo Stato. L’autore compiacente è solo una periferica di un sistema operativo centrale. Infatti è cosi’: lo Stato crea, lo Stato distrugge. Il finanziamento pubblico alla cultura è sostanzialmente uno strumento di controllo e di creazione eugenetica degli autori e di conseguenza del pubblico.
Questo non è un teorema astratto, ma scientifico, cioè sperimentale e riproducibile. Nel momento in cui lo Stato e le sue periferiche ramificate decidono che un autore non deve essere finanziato, automaticamente lo condannano a morte; è un sofisticato prosieguo dei criteri precedentemente adottati da regimi a dittatura diretta, come lo stalinismo o il maoismo e, ovviamente gli assolutismi storici come il nazismo, il fascismo, il franchismo eccetera. Lo Stato procede secondo una pratica collaudata: l’eliminazione fisica dell’autore, la smaterializzazione e autoconsunzione del poeta; il sistema risulta impermeabile alle richieste di sotegno e d’aiuto, e quindi l’autore muore di asfissia, cioè muore da solo, sconosciuto e dimenticato. E’ lo Stato democratico che opera questo genocidio culturale, ormai da molti anni e in modo piu’ matematico di quanto si possa immaginare: esso si è alquanto impratichito. Lo Stato finanzia i film e la cultura e , ovviamente, è costretto per problemi di budget a creare una “graduatoria” dei meritevoli, a fare una selezione una “naturale fisiologica cernita”. Ecco in questa selezione c’è il crimine dello sterminio di ogni forma di dissenso sia in termini formali che politici. Tanto ci sono già dei premi che certificano le scelte giuste e ottimali, i vari donatelli, nastri, oscar caserecci e non eccetera. E’ eliminato ogni intento di eversione lingustica o di dissenso politico. Del resto in una televisione in cui ci sono le grandi industrie alimentari che la finanziano attraverso la pubblicità come si fa a realizzare un film o un programma sulla quantità di agenti patogeni nel DNA del grano? Ma questo non è niente, perchè il Potere ha paura di cose piu’ serie rispetto alle denuncie contro i crimini perpetrati ai danni dell’umanità, ha orrore della poesia, che non capisce, ha terrore del lavoro sui nuovi linguaggi, sulla destabilizzazione del verbo, per lui le dissonanze sono inudibili, teme che il cinema perda la sua prosaicità ideologica. Patisce se invece di far ridere o piangere si induce al pensiero creativo, partecipato e condiviso, soffre se le opere sono aperte e fanno pensare e immaginare altri mondi e modi possibili di vivere. Teme gli assembramenti nelle monosale di persone che discutano della vita e della morte di un Paese. Quindi non si tratta di un teorema complottista, ma di un dato inconfutabile, è lo Stato-Regioni l’unico autore cinematografico legittimato ad esistere in questo Paese. Tutte le strutture sono costituite per essere finalizzate al mantenimento dello status quo e, ovviamente, c’è una parte dedicata al finto dissenso, in genere contro la mafia che è un’entità verso la quale è possibile scagliarsi, tanto è abituata a nutrirsi di una tranquillizzante disapprovazione. Ogni volta che l’autore stabilisce un patto di lealtà con la propria coscienza e ha le basi per poter criticare in profondità il sistema questo autore trova tutte le porte chiuse: televisione, ministeri, commissioni, fondi, leggi regionali, improvvisamente non è sufficientemente capace, il suo è un cinema troppo di nicchia, il budget non è convincete, il bilancio societario è debole, non è commercialmente verosimile. Tutto si perde nei meandri kafkiani di gruppi di esperti, direttori, telefoni muti, nella smaterializzazione della proposta. Anche i festival nazionali, che sono la pubblicità dei film scelti si orientano di buon grado ad accogliere i film gestiti in modo politicamente corretto cioè solidali al sistema, livellati per Lui e a Lui consenzienti. Esiste perfino un cinema-fotocopia finto sperimentale neo-neo realistico che non muove nulla e duplica la parte superficiale dell’esistenza. Infatti, se notate, sempre piu’ ministeri e assessorati regionali frequentano le passerelle dei festival proprio come produttori, orgogliosi di aver prodotto questo o quel film innovativo. Lasciando nell’inedia e nella fossa i poeti cioè quelli che non consentirebbero a questa poltiglia political correct di varcare le passerelle, se non magari quelle delle loro stesse dimissioni.
L’alternativa alla dittatura e al genocidio nei confronti dell’Autore, con la conseguente distruzione del pubblico, abituato a nutrirsi con la merda televisiva, è cambiare radicalmente Paradigma culturale. Ci sono tre modi: Il primo è il piu’ semplice: ignorare il sistema, creare un’alternativa funzionale, una modalità di finanziamento e di distribuzione alternaivi. Abbattimento dei costi, troupe leggere, distribuzione multipla, accompagnamento del film in sala ecc.
Il secondo è il cavallo di Troia, entrare nei gangli del sistema e modificarlo dall’interno, ma nel ventre della bestia si puo’ venire facilmente fagocitati, assimilati ed evaquati.
Terza ipotesi, lo scontro frontale: la Poesia visionaria contro l’Ideologia materialista. Quando il Potere viene attaccato direttamente si arrabbia molto e cerca il modo migliore per eliminare il problema e tu, poeta, sei un pidocchio che va individuato e schiacciato tra due dita.
L’unica via praticabile, la sola, è in verità è l’insieme di tutti e tre i modi: non legittimare l’apparato, contribuire alla trasformazione umanistica e spirituale della società, creare una configurazione alternativa a quella del finanziamento pubblico alla cultura. In sostanza, bandire il sistema materialistico ultra-capitalista, che non è, come si vuol far credere, creato dal Popolo o da Dio, ma da un potentato di pochi furbacchioni, è un sistema marcio, discriminatorio, violento, antiecologico e anti umano. Cosi’ come è stato montato puo’ essere rimosso e sostituito. Considerariamolo per quello che è: anti democratico, clientelare, auto referenziale; la peggior malattia di questo mondo dolente, la fonte primaria di dolore e disperazione su questa terra. Infatti abbiamo ri-coniato questa alternativa via integrata con un termine Terzocinema, non piu’ autori sotto lo Stato, né commercianti sopra lo Stato, ma noi stessi come Stato di fatto! Il vecchio sistema crollerà per decrepitezza, per inadeguatezza, per il suo ateismo congenito, per la grettezza del suo pensiero unico. In fondo tutti sentono che cosi’ non si puo’ andare avanti. L’unica via è esprimere l’energia della vita come meravigliosa e straziante spiritualità del creato anche quando non si ha piu’ nulla, soltanto un muro su cui disegnare.
Rodolfo Bisatti
terzocinema
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