“...la cosa che mi sorprese è come, con rigore gramsciano, Rodolfo scelse di impostare il suo esordio a Ipotesi Cinema in modo anomalo. Mentre tutti noi cercavamo di utilizzare la struttura Ipotesi/Rai per poter fare il nostro piccolo film, lui optò per un documentario di taglio sociale: ando’ ad intervistare i ragazzi che erano nati in coincidenza con il terremoto che aveva distrutto il Friuli nel 76. Eravamo nel 1986 quando fu realizzato questo progetto. Io lo seguii durante il lavoro, ero attratta da qualcosa, ma non sapevo cosa... Lui aveva un “magnetismo laterale” perchè quando ti parlava guardava da un’altra parte e quando tu parlavi a Lui, era da un’altra parte... Oggi, a distanza di anni, ho finalmente capito che Rodolfo stava già da tempo percorrendo una strada che era la propria e che poco aveva a che fare con noi e con quello che stavamo facendo...”
Marianne Cobre (da Memory of a distorted vision – 1998 Montreal )
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