sabato 27 aprile 2013
mercoledì 24 aprile 2013
martedì 23 aprile 2013
domenica 21 aprile 2013
sabato 20 aprile 2013
Perché VOCI NEL BUIO è un film Rivoluzionario
VOCI
NEL BUIO: IL CINEMA COME TERZA VIA PER LA COMUNICAZIONE: LA KOINE’
Per
noi ciò che conta è il sistema-Cinema, inteso come un organismo che
vede il pubblico non semplicemente come destinatario finale dell’opera
(di un autore in cattedra), ma come partner congeniale al compimento dell’opera
stessa, che diventa quindi collettiva e partecipativa in virtù proprio della
comunità termporanea che si crea ad ogni proiezione. Questo è un film
realizzato non sul territorio ma CON il territorio, nel senso del prima e del
dopo il suo compimento. Il film Voci nel buio è un’opera aperta, il
pubblico segue vari percorsi interpretativi.
Da
Voci nel Buio nasce il V.A.M. Video alfabetizzazione multisensoriale,
laboratorio seguito alla realizzazione del film e patrocinato dalla Commissione
Nazionale per l’UNESCO. Nella VAM non vedenti e non udenti sono Maestri di
comunicazione che ci portano alle soglie dell’inconcepibile.
Voci
nel Buio è un film non-dipendente. Noi siamo autori non convenzionati con
la Mutua dei Pubblici Contributi. Il nostro è un esempio di come sia possibile
realizzare dei film autonomi con minime risorse, ma ben gestite e rese
fruttuose da questa saldatura strutturale nella società e nel territorio.
Pensiamo sia utile creare connessioni e reti europee e internazionali per
consentire al Cinema non-dipendente, al Terzocinema, possibilità produttive e
una diffusa distribuzione nel mondo.
Voci
nel Buio è La proposta è di una terza via che parte dall’idea che il Cinema è
un sistema costituito da micro realtà sociali che, concatenate tra loro da un
sentire comune, possono garantire uno sviluppo del Cinema poetico come momento
di gnosi profonda della società.
Voci
nel Buio segue una distribuzione sperimentale, riattivando relazioni con le
monosale o i piccoli multisala. Stiamo scoprendo un tessuto entusiasta di
esercenti non-dipendenti che lottano quotidianamente per mantenere una loro
identità “autoriale” fronteggiando una digitalizzazione industriale del
tutto monopolistica e violenta.
Riteniamo
che la struttura “festival” vada modificata, sostituendo la competizione con la
cooperazione e la competitività con la condivisione. Infatti la nostra
partecipazione a un rassegna è sempre un indicaore di volontà di cambiamento
dei modelli culturali vigenti. Voci nel Buio è stato valorizzato da Festival
stranieri che hanno preso coscienza di questa nostra volontà. Esiste quindi un
avamposto culturale che pensa al Cinema come sistema complesso di rapporti
reticolari tra autori, filmakers, produttori, rassegne, distributori,
esercenti, spettatori, che fanno sistema nella mondialità piuttosto che nella
globalizzazione.
Voci
Nel Buio smaschera l’identità dei “mediatori culturali” del Cinema
italiano: personaggi frequentemente conniventi con gli intrighi di Palazzo, che
decidono quali film possono essere visti e quali no. Noi lottiamo affinchè
il denaro pubblico, cioè quello dei contribuenti, stanziato per il Cinema e la
Cultura, venga assegnato al di fuori delle logiche partitocratiche e di
micro/macro caste, pensando al potenziamento e perfezionamento dei Fondi
Regionali per L’Audiovisivo, ma soprattutto a forme consistenti di sostegno
diretto ai progetti degli autori.
In
conclusione vogliamo enucleare le ragioni forti del perché è importante
permettere lo sviluppo di film come Voci nel buio e di futuri progetti
(numerosi) nel cantiere del Terzocinema.
ECONOMIA
> Questi progetti non hanno bisogno di budget faraonici, ma del giusto.
Nella fase della realizzazione il territorio teatro delle riprese viene
valorizzato e non sfruttato, utilizzandone le maestranze e la logistica. L’idea
è che un film sia il frutto di un lavoro di investimento che possa generare
benefici non solo per il “cerchio magico” delle produzioni cinematografiche, ma
per la rete di tutti quelli coinvolti nella sua realizzazione.
SOCIETA’
> In un Paese dove il tessuto sociale e il senso civico si stanno
disintegrando sotto i colpi della malapolitica, ci sembra doveroso lavorare
responsabilmente perché le nostre opere abbiano un riscontro reale e che
producano formazione.
Il
pubblico di Voci nel buio è composto non da spettatori, ma da persone che
ritrovano, dialogando con gli autori e con gli attori del film, la propria
funzione fondamentale nell’agorà.
Per
noi autori la creazione di questa koinè temporanea è fondamentale per il nostro
lavoro e per la nostra progettualità. Lo spettatore passivo dei palinsesti
televisivi scompare e si fa avanti una pluralità di soggetti che hanno voglia
di parlare, di criticare, di esprimere le proprie emozioni in modo non banale e
sentimentalistico.
ARTE/CULTURA
> Chi afferma che con la cultura non si mangia dimostra di ignorare la
storia e di non avere una visione lungimirante.
Noi
crediamo che l’arte cinematografica, al pari di grandi dipinti, monumenti,
opere sinfoniche, sia patrimonio della civiltà e ricchezza spirituale. Noi
lavoriamo perché il nostro Cinema dia dignità al nostro Paese, che nutra e
arricchisca chi lo fruisce, che contribuisca ad alzare il livello culturale
generale. Il Cinema non è sterile megafono della cultura di massa seppur
mascherata da valori superficialmente progressisti, e, soprattutto, non è la
Televisione.
Il
Cinema è Arte, cioè bellezza, riflessione, introspezione, ricerca, invenzione,
mistero.
Per
Kineofilm/TerzoCinema: Rodolfo Bisatti – Maurizio Pasetti
venerdì 19 aprile 2013
giovedì 18 aprile 2013
mercoledì 17 aprile 2013
martedì 16 aprile 2013
lunedì 15 aprile 2013
CALIMERO DANCE
Giornalista: Signor Arthur Frame quale è secondo lei, oggi
la persona che piu’ esprime il progresso nella musica POP italiana?
Arthur Frame: POP? Non sentivo questo termine da vent'anni! Fa piacere sia rinvenuto nella sua saporita sapidità. L’unica linea evolutiva che vedo, anzi che
sento, sono le canzoni di Cristina D’Avena
Giornalista: Ma è una battuta o quello che pensa veramente?
Arthur Frame: Lo penso veramente, senza togliere alcun
demerito agli altri...
Giornalista: Alcun merito, non demerito, voleva dire
Arthur Frame: No, no! Demerito, ho detto demerito!
Giornalista: E cosa trova di cosi’ speciale in Cristina D’Avena?
Arthur Frame: Quando l’avanguardia viene assassinata come è
stato fatto in questo Paese, quando i mediatori culturali ignoranti come capre
(come direbbe qualcuno) si permettono di rompere i coglioni a uno come Stratos
o di emarginare nel Lager dell’isolamento gente come Freak Antoni o Daolio,
che tutti ora osannano senza avere capito un cazzo, ecco, allora io credo che
ritornare all’innocenza, anche a quella contaminata, radiotelevisiva,
urticante, tutto quello che vuoi, tornare a Calimero e ai Puffi è l’unica cosa sensata da fare.
Giornalista: Mi sembra una posizione un po drastica.
Arthur Frame: No, è la realtà, cara signorina che è drastica, drastica e tagliente come la sua minigonna! Lei è ancora giovane.. conosce Calimero?
Giornalista: Si
Artur Frame: E Topogigio? Non le sembra antipatico Topogigio?
Giornalista: Seocondo me è piu' antipatico Topolino di Topogigio. Lei allora a parte Cristina D’Avena cosa
propone per migliorare le cose?
Arthur Frame: Va fatta una bonifica radicale, certa gente va
riabilitata, parlo dei critici discografici, bisogna usare con loro la
strategia della gentilezza, accompagnarli con amorevolezza all’asilo e da li’
ripartire.
Giornalista: Ma dei cantanti, magari giovani non salva
proprio nessuno?
Arthur Frame: A parte Cristina D’Avena, forse qualcosa di
Patrizia Laquidara, un paio di brani di Colapesce o di Dente, ma anche altri giovincelli
che pero’ poi, appena fanno un po di successo si mettono a fare delle stronzate
abissali a partire dai video clip che perdono la freschezza e l’originalità
della precarietà. Comunque sicuramente ci sono degli sconosciuti geniali che stanno tramando nelle loro cantine, ma certamente il mercato discografico contemporaneo non li aiuterà a emergere (dalle cantine). Bisogna fare una cultura underground di terza generazione.
Giornalista: Cioè? puo' spiegarsi meglio?
Arthur Frame: Lo farei davvero volentieri pero' adesso pero’ devo andare altrimenti perdo la coincidenza del mio treno.
Giornalista: Cioè? puo' spiegarsi meglio?
Arthur Frame: Lo farei davvero volentieri pero' adesso pero’ devo andare altrimenti perdo la coincidenza del mio treno.
Giornalista: Grazie!
Arthur Frame: Grazie a Lei, si tenga sempre cosi’ in equilibrio su quelle scarpe e ascolti Calimero!!!
Giornalista: Grazie si!.... Fanculo stronzo! (sottovoce)
venerdì 12 aprile 2013
Cinema Teatro di Rezzato - Brescia
Ringrazio tutti i partecipanti
allo spettacolo dell’11 Aprile 2013: la Proiezione di Voci nel Buio al Cinema
Teatro CTM di Rezzato (BS). Devo dire che ancora una volta io a Brescia, nella
Provincia per precisione, che credo sia estesa come la Svizzera, mi sono
trovato bene. A me la cadenza bresciana piace, mi sento a casa, forse piu’ che
a casa mia. Dopo lo start del film nella storica monosala magistralmente
gestita da Santo Bertocchi, io e Mauri ci siamo precipitati al circolo ARCI lì vicino, con la naturale apprensione
che si ha ad ogni proiezione, nell’attesa che la pellicola (un’eufemismo visto
che il film è in digitale) faccia il suo corso e illumini i cento e piu’ occhi
, 130 per la precisione, puntati sullo schermo, per non parlare delle 260
orecchie. Al circolo ARCI di Rezzato, nei pressi del cinema, si paga poco ( almeno un terzo in meno
rispetto ai bar cittadini) e ti
trattano davvero bene, sono molto cordiali, di una cordialità schietta che ti
fa sentire sereno. Poi come sempre, finito il film, abbiamo incontrato il
pubblico, cioè la comunità
temporanea che si forma per misteriose alchimie ad ogni proiezione di Voci nel
Buio e che costituisce un corpo critico senza eguali. Il sindaco di Rezzato, Enrico Danesi, è un giornalista e
studioso cinematografico molto accurato e acuto, ed è stato bravissimo a
mediare e stimolare gli interventi, se è cosi’ competente e misurato anche ad
amministrare il paese, allora quei cittadini sono davvero fortunati. Sono magici doni le cose che escono
dalle voci degli spettatori dopo la proiezione e sono loro, i testimoni oculari, che ogni volta rimontano il film in
modo originale, e lo accompagnano sempre piu’ avanti, scoprendo cose nuove e
sorprendendoci. Anche gli amici di
Mauri (Maurizio Pasetti, sceneggiatore, autore e amico di sempre) sono davvero
straordinari, ognuno di loro ha una propria originalità meravigliosa.
Complimenti, bello, bello tutto,
grazie a tutti. E grazie a Mara che alle cinque e mezzo del mattino s’è
svegliata per accompagnarmi in stazione. A Rezzato non sembra neanche di stare
in Italia.
Rodolfo Bisatti
martedì 9 aprile 2013
lunedì 8 aprile 2013
domenica 7 aprile 2013
sabato 6 aprile 2013
venerdì 5 aprile 2013
mercoledì 3 aprile 2013
martedì 2 aprile 2013
New American Cinema
« Non
vogliamo film mistificatori, ben fatti, persuasivi, ma grezzi e mal
fatti, purché vitali. Siamo contro il cinema roseo, siamo per il cinema
rosso sangue... Oggi la nostra ribellione contro il vecchio,
l’ufficiale, il corrotto è innanzitutto di carattere etico... Siamo
interessati all’uomo. Siamo interessati a quel che succede nell’uomo. » Janas Mekas
New American Cinema
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