VENEZIA?
La crisi dei grossi festival italiani rispecchia la crisi
dell’intera società. Là dove la politica s'è impossessata delle passerelle, là
giace morente la cultura che ha bisogno di risorgere come l’Araba Fenice dalle
proprie ceneri. La poesia viaggia ormai sottoterra, è un’organizzazione
clandestina catacombale perché tutto sta cambiando, rapidamente. Il cinema
ritornerà ad essere una profonda espressione dell’animo umano, della
spiritualità, si accorderà con le altre arti, già lo sta facendo nascostamente, per innalzare
l’uomo nuovo che ha necessità di rigenerarsi, di respirare. C’è bisogno di
freschezza non di semplificazioni puerili. In questo senso anche il realismo è
pesante e gretto, perchè la poesia non è il dato oggettivo ne quello soggettivo,
ma è espressione ignota e intraducibile dell’anima, è quel riverbero intenso
che parla non tanto alla ragione, ma direttamente all’Essere.