PM 10 significa “Materia Particolata” particelle sospese nell’aria del diametro di dieci millesimi
di millimetro. Polvere, fuliggine, la nebbia che prende il paesaggio del
polesine racchiuso tra l’Adige e il Po. Qui la pianura non è solo un’immagine
visiva spianata, ma una relazione costante tra il corpo allertato e la mente
risonante. L’occhio si perde, ma anche l’orecchio. La mente puo’ viaggiare,
constantemente, per chilometri, senza sosta, come la corrente alternata di
Nikola Tesla. Questa emigrazione psichica mi fa preferire la pianura fra tutta
l’orografia terreste perchè essa contiene non solo il viaggio reale, ma
soprattutto quello mentale, continuo, dove a formare il percorso non è la
strada ma è il volo a bassa quota, nel quale capisci i dettagli, respiri le
particelle che incontri durante il viaggio, verso il delta, verso il mare, in
un paesaggio apparentemente uniforme. I suoni della pianura sono cosi’ come
solo la mente puo’ ascoltarli. Uso apposta la parola mente perchè è la coscienza di avere avuto un’intuizione geniale, di aver creato
una relazione discreta eppur penetrante (respiratoria-ispiratoria) con il ritmo cardiaco del luogo e tutto il suo sistema circolatorio; con gli
abitatori notturni e diurni delle pianure: pioppi, argini, fiumi, fumi, canali,
carreggiate, viadotti, tralicci, ciminiere, case, campi, campanili, uccelli,
pipistrelli, insetti, ghiaccio, tramonti e albe. Tutto questo ha formato, a mio
immodesto parere, le particelle sonore del Gruppo dei PM10, giovani abitatori
del Polesine, miei artistici amici, valentissimi musicisti con i quali ho
l’onore di collaborare.
Se avete 10 minuti di tempo,
ascoltateli religiosamente, “con delle buone cuffie per
apprezzare i suoni della composizione”