martedì 12 febbraio 2013

IL SOLE DI FATIMA






Ripenso a quei tre contadinelli di Fatima che oltre alla “seccatura” delle apparizioni, ad  essere stati eletti  antenne di Dio, senza volerlo, si sono anche trovati a dover subire l’irritante mugolio dei non credenti, che sono di una pesantezza assoluta e di un grigiore depressivo quasi come certi “crudisti” che denunciano con il loro aspetto “insano” il sospetto che qualcosa nella loro alimentazione “scricchioli”.



Gli atei credono nel non credere in modo assoluto. Sono degli assolutisti cosi’ convinti in cio’ che non credono che se noi umani con la facoltà del dubbio avessimo solo una parte di questo credo avremmo raggiunto la santità qui sulla terra. Gli atei sono ormai gli unici che credono in qualcosa di serio, affermano l’inesistenza necessaria di Dio a cui non credere.  Sono dei punti di riferimento perchè guardandoli in faccia non si riesce a fare a meno di credere che alcunché li trascenda, qualcosa, qualunque cosa rallegri oltre quelle opache espressioni di cinico risentimento. Ecco! Noi peccatori crediamo ancora in qualcosa di eversivo rispetto alla ragionevolezza della scienza: fantasmi, dischi volanti, teorie del complotto, santi, madonne, miracoli, guarigioni. Poveri atei se sapessero quello che si perdono... se scoprissero che la stessa scienza ormai dialoga quotidianamente con l’Ente divino, se solo immaginassero... Tanto puerile positivismo lo si riscontra spesso tra gli adolescenti, figli di genitori atei di “sinistra” o meglio tra gli adulti rimasti bambini con genitori militanti di Partito, bambini cresciuti a caramelle al rabarbaro (punitive). Questo credo è un credo per il solo Padre, non Nostro (universale, collettivo)  No, no, solo loro, personale, privato. L’Eroe in pantofole che guarda la televisione e litiga con la moglie mentre trascura i figli che dice di amare. Ah dolce povera suor Lucia! penso a quali sofferenze avrà patito con le Sue Profezie portate nel cuore, da ridistribuire agli umani che non credono piu’ a nulla se non a tutto cio’ che è dentro le mura della loro casa di proprietà. Quella peste che tutto copre in un manto di miseria: l’effimera ideologia del vuoto; la morte vivente. A.F.







Ibaff