venerdì 22 giugno 2012
mercoledì 20 giugno 2012
NEL GIARDINO DEI SUONI
di Nicola Bellucci
Wolfgang Fasser, cieco dall’età di 22 anni, colpito da una rara malattia agli occhi. Nel piccolo paesino dell’appennino toscano dove vive, circondato dalla natura e dai suoni che in modo sistematico registra, ha creato un laboratorio di musica e suoni che utilizza come terapia per “risvegliare” bambini affetti da gravi malattie mentali e gravi problemi motori.
martedì 19 giugno 2012
Da dove nasce questo
impoverimento? Non è possibile individuare un peccatore, e neanche un peccato,
la limpidezza della vecchia dittatura assolutista contro la quale si poteva combattere o
alla quale si poteva aderire (da ignoranti) s’è polverizzata. E’ stato il cedimento dell’ideologia (che per fortuna è crollata) a
creare la frana; soffocamento che ha favorito un realismo relativo
(relativismo) che è uscito dalle fogne del libero mercato e ha inquinato le
falde dell’esistenza di tutti. Una delle fenditure piu’ preoccupanti assieme al
buco nell’ozono è la televisione, libera, liberale, ma soprattutto libera di
uccidere. L’altro squarcio è la cultura dell’effimero, per definizione relativa; l’autocelebrazione del
vuoto della nostra cultura ufficiale, ufficiosa e officiante che non è più intelligente
della pubblicità della Pasta, del video clip della Pupa, di uno speaker di
una qualsiasi radio o del brutto e rozzo cartone animato trasmesso dai monitor
della metropolitana. Il Potere, zotico e rabbioso, c’era anche prima; c’è sempre
stato, ma era nascosto, mascherato, o goffamente visibile e quindi risibile. La
maschera e la mascherata del Potere non esistono piu’, ora il Potere è
atomizzato, dicono sia economico (è una comoda semplificazione), le sue particelle corrono assieme all’acqua
potabile dell’acquedotto cittadino e modificano la struttura genetica degli esseri disumani. Ci scandalizziamo (io mi scandalizzo)
perchè non ci sono più i Gadda, i Montale, i Visconti, i Vittorini, i Le Goff.
Non c’è da scandalizzarsi perchè la televisione ha, con il suo raggio di luce
azzurra, raggirato tutto e tutti; disinfettato tutto, ma soprattutto ha
relativizzato l'Assoluto. Si,
perché l'Assoluto esiste, non è un fenomeno empirico relativo, un onanismo
cerebrale del filosofo di turno, l'Assoluto non è arbitrario esiste cosi’ come
esiste la puzza di piedi quando soggiornano per troppo tempo dentro alle scarpe
da tennis. L' Assoluto esiste nelle acque reflue dei nostri intellettuali, nel grano avvelenato che
mangiamo quotidianamente, nell’anidride solforosa che c'è nello zucchero, nella radioterapia che uccide curando. Il relativismo
culturale e sociale televisivo ha consentito ai “valutativi”, chiamati anche
opinionisti, esperti in materia (non si sa quale) di ascrivere una presunta
verità relativa a innumerevoli trasmissioni televisive, nonchè film ben pensati
e ben girati che contengono persino qualche “mezza idea, su come ci si deve divertire.
Questo stesso relativismo consente di modificare gli articoli della
Costituzione, le leggi a tutela dei piu’ deboli,
ridurre o annullare le pensioni dei lavoratori, di resettare o drasticamente
diminuire gli aiuti alle persone che presentano una qualche diversità, di
licenziare i dipendenti disobbedienti, di smontare la scuola dell’obbligo,
rendendo pur essa relativa, insomma di azzerare lo Stato Sociale.
L' Assoluto esiste, per esempio lascia inalterati gli scandalosi privilegi della classe politica che è una sola, monolitica e intoccabile perchè legifera il proprio interesse ed è l’unica che non si relativizza. Persino gli occupanti dello spettacolo, occupati a occupare la loro disoccupazione, sono preoccupati oltre che preoccupanti, che una novità relativa sveli la nullità dell’occupazione da loro in precedenza occupata a servizio dello stesso Potere che oggi gli ha relativizzati. A.F.
L' Assoluto esiste, per esempio lascia inalterati gli scandalosi privilegi della classe politica che è una sola, monolitica e intoccabile perchè legifera il proprio interesse ed è l’unica che non si relativizza. Persino gli occupanti dello spettacolo, occupati a occupare la loro disoccupazione, sono preoccupati oltre che preoccupanti, che una novità relativa sveli la nullità dell’occupazione da loro in precedenza occupata a servizio dello stesso Potere che oggi gli ha relativizzati. A.F.
lunedì 18 giugno 2012
LA DISSOLUZIONE DEL CERCHIO
Di Mario Brenta
Di Mario Brenta
"...Insomma io vorrei che con la Nuova Ipotesi Cinema si arrivasse a sopprimere Ipotesi Cinema in quanto istituzione - e quindi anche il rituale o l'insieme di rituali che ogni istituzione comporta - per arrivare ad una sorta di struttura latente nella quale tutti si possamo ritrovare uniti, senza più determinazioni di luogo e di tempo..."
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