sabato 9 giugno 2012

WILHELM REICH
Capitalismo e repressione sessuale

Cominciamo a fare un paragone fra i pochi giovani che conducono una vita sessuale soddisfacente e gli altri che non sono riusciti a liberarsi dall’influsso della famiglia borghese, della scuola e della Chiesa, e vivono perciò in astinenza, si masturbano oppure cadono occasionalmente nel cosiddetto "amore platonico", immergendosi nei loro sogni ad occhi aperti. Dovremo senz’altro constatare che i giovani che hanno le idee chiare in materia sessuale (e questi sono quasi sempre figli di proletari) si ribellano apertamente contro la loro famiglia, la scuola e la Chiesa, mentre quelli sessualmente inibiti (prevalentemente di origine piccolo-borghese) sono nella maggioranza dei casi dei "bravi ragazzi"...
È significativo inoltre che il movimento nazionalsocialista, accanto a slogan rivoluzionari, collochi parole d’ordine che implicano la totale schiavitú della donna (aumento della pena detentiva per l’aborto, "la donna appartiene al focolare domestico", rifiuto di una parificazione delle donne nelle associazioni politiche) e ne risulta che l’ideologia nazionalsocialista va perfettamente d’accordo con l’ideologia familiare borghese-capitalistica. (1932)





POSTAZIONE PER LA MEMORIA
(Il Serpentone) Ipotesi Cinema


Il cosidetto "Serpentone" non è un film e tantomeno un documentario.
E' la scoperta che la vita possiede una comunicazione epica intrinseca a se stessa che trasmettere concetti, liriche, miti a chi sa coglierli. La telecamera è un'invenzione geniale che in mano ad un ascoltatore attento e paziente, che noi chiamiamo, in qualche modo, "autore", può registrare prelievi di relatà altamente strutturati.
I "campioni" che noi proponiamo sono stati il motivo di divisione e scontro al laboratorio di Ipotesi Cinema: da una parte s'è formato un gruppo di ricercatori/autori che ha scoperto la "Postazione per la Memoria", dall'altra si sono consolidati i registi "convenzionati". Gli uni si interrogano sul mistero del linguaggio naturale seguendo la traccia segnata da Rossellini, Olmi, Pasolini, Tarkowskij, gli altri continuano il loro lavoro rutinario in cui l'immagine è al servizio della prosa cine televisiva.
La differenza è sostanziale e sta ancora oggi dividendo il modo della comunicazione in due parti: Un frammento infinitesimale di idealisti ricercatori e una massa di disillusi mestieranti del cinema.
Arthur Frame


venerdì 8 giugno 2012

TEMPO DI VIAGGIO
di Andrei Tarkovsky e Tonino Guerra
Tonino Guerra: "Se Lei potesse parlare a dei giovani registi, quali dovrebbero essere le sue raccomandazioni principali?"
Andrei Tarkovsky: "Oggi giorno tutti fanno film! Tutti credono di poter fare film capisci? Chiunque non sia troppo pigro. Non è difficile imparare come poter incollare la pellicola, come usare la videocamera. Ma l’avviso che do a chi deve iniziare è di non separare il loro lavoro, il loro film dalla vita che vivono. Non fare differenze tra il film e la loro vita. Perchè un regista è come ogni altro artista: un pittore, un poeta, un compositore. E poichè deve essere lui a contribuire a se stesso... è strano vedere registi che prendono il loro lavoro come una posizione speciale assegnatagli dal destino,  semplicemente sfruttando la loro professione. Vale a dire vivono in un modo ma fanno film su qualcos’altro. E vorrei dire ai registi, specialmente a quelli giovani, che dovrebbero essere moralmente responsabili per quello che fanno quando girano i loro film. Hai capito? E’ la cosa piu’ importante di tutte. In secondo luogo dovrebbero essere preparati per il pensiero che il cinema è un’arte molto difficile e seria. Richiede sacrificio di se stesso. Devi farne parte e non solo padroneggiarla. Il Cinema usa la tua vita e non viceversa. Perciò penso che la cosa più importante sia... Devi sacrificare te stesso all’arte. Questo è quello che ho pensato recentemente sulla mia professione. "
L'IMMAGINE BENDATA

Un’analisi su che cos’è l’Immagine oggi “vista” dai non vedenti. Le scuole di linguaggi e orientamento per non vedenti sembrano fortemente connesse alla “riqualificazione” del linguaggio ikonico attualmente svalutato da un’ abuso dei media. La tiflologia è tanto indispensabile ai non vedenti quanto utile a chi s’appresta ad avvicinarsi professionalmente all’immagine. La nostra guida in questo percorso di recupero del senso sacrale dell’immagine è Giuseppe Cocevari: un ragazzo non vedente. Si prevede un incontro con il team di lavoro di Dina Guder, registra cinematografica israeliana non vedente, per confrontarsi sull’esperienza da lei condotta sulla creazione di film per ciechi e con Wolfgang Fasser guida non vedente della Comunità di Romenia.

LABORATORIO DI MAMELA NYAMZA 

Termine iscrizioni: 15 Giugno 2012  

secretay@kineofilm.it